venerdì 27 aprile 2012

L'ALTRAMETA' DEL CIELO+1





Associazione Articolo 51 -
Laboratorio di Democrazia Paritaria


Conferenza Nazionale


L'Altra Metà Del Cielo +1
Quanta strada ha fatto 'Bartali' da Pechino 1995...
Quanta strada ancora da fare...”
La Democrazia Dimezzata


Venerdì, 11 Maggio 2012, ore 15.00
Sala Affreschi Palazzo Isimbardi,
Corso Monforte 35, Milano



L'associazione Articolo 51 - Laboratorio di Democrazia Paritaria presenta “Quanta strada ha fatto 'Bartali' da Pechino 1995...Quanta strada ancora da fare...”, primo convegno nazionale bi-partisan che, a quasi vent’anni dalla IV Conferenza dell’ONU svoltasi a Pechino, vuole puntare i riflettori sull’uguaglianza o meglio sulla disuguaglianza di genere in ambito politico.

Nel 1995, infatti, alla IV Conferenza ONU sulle donne, capo della Delegazione del Governo Italiano era la Signora Susanna Agnelli, primo ed unico Ministro degli Esteri donna della storia d’Italia. In quell’occasione la Signora Agnelli affermò: “la conferenza si propone di riequilibrare la rappresentanza politica a favore delle donne e di discutere di accesso ai mass media".

Oggi, dopo tanti anni da quello storico evento, a che punto siamo? Il convegno sarà occasione per confrontarsi e valutare possibili soluzioni insieme a donne autorevoli.
Dopo il saluto di Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano, interverranno:
- Patrizia Siliprandi, Delegata a Pechino 1995
- Tiziana Maiolo, Delegata CEDAW-ONU 2005
- Marilena Adamo, Senatora della Repubblica
- Mara Carfagna, Deputata, ex Ministro Pari Opportunità
- Isabella Rauti, Consigliera Regione Lazio
- Sarah Valmaggi, Vice Presidente Consiglio Regione Lombardia
- Licia Ronzulli, Euro Deputata
- Lara Comi, Euro Deputata
- Cristina Stancari, Assessora Pari Opportunità della Provincia di Milano
- Francesca Zajczyk, Delegata per le Pari Opportunità del Comune di Milano
- Carolina Pellegrini, Consigliera di Parità




Il tempo della conquista è passato.
Ora è il tempo del riconoscimento e dell’occupazione.






Per info: tel. 0239440283/ 3349455338
ass.articolo51@yahoo.it







mercoledì 18 aprile 2012

LETTERA AL PRESIDENTE FORMIGONI: PERCHE' IL TRIBUNALE

Caro Presidente Formigoni,
Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, sa di non essere nella lista dei favoriti e, probabilmente Lei sta rimpiangendo, anche di averci ammesso all'iscrizione dell'Albo Regionale, ma quello che ieri, Lei, non noi, ha sancito è una vittoria politica straordinaria per la battaglia dell'equa rappresentanza di genere.
Le Sue dichiarazioni, in verità, poco eleganti, sulla “sostituzione forzata dall'esterno di maschio con femmina” (neanche parlasse a Quark), hanno dato notorietà ad un successo più grande di quello che mai avremmo pensato raggiungere. Successo politico, soprattutto!
In questi mesi La abbiamo vista incrollabile, nella bufera mediatico-giudiziaria, che ha investito la Sua Giunta, non dar adito a sospetti, non rispondere, rigettare sdegnosamente qualsiasi coinvolgimento della sua amata Regione Lombardia, ma ha dovuto piegarsi alla sconfitta ed ammetterla di fronte ad un ricorso di donne: prima ancora dell'uscita della sentenza, Lei, ha ammesso l'inadeguatezza della Giunta nei confronti dell'equilibrio di genere.
Con questo ,ora, dovranno fare i conti tutti quelli che si troveranno a dover comporre Giunte siano esse comunali, provinciali ,regionali, perché, si sa, ciò che accade in Lombardia, piaccia o no, ha valenza nazionale.
Lei non trova giusto che i Tribunali “debbano intervenire in maniera così pesante nella composizione delle Giunte” che il Suo collega della Campania Caldoro ritiene atti politici insindacabili: bene, concordiamo pienamente, ma allora perché non applicare le norme statutarie che garantiscono l'equilibrio di genere negli organi di governo territoriale? Anche queste sono frutto di atti politici, regolarmente disattese siano esse negli Statuti comunali, provinciali, regionali.
Ed allora cosa dovremmo fare noi donne per veder riconosciuto il diritto ad un'equa rappresentanza di genere? Aspettare i prossimi 30 anni dietro le quinte e sperare che un “maschio” ceda volontariamente la poltrona, improvvisamente fulminato sulla strada di Damasco della rappresentanza di genere? Lei sa, quanto noi, che questo non accadrà mai e Lei né è la dimostrazione...forse non tutte Sue sono le responsabilità...certamente i Partiti ci mettono molto del loro non sponsorizzando candidature al femminile e anche dove ci sono molte elette, Campania docet, neanche lì c'è una Giunta al 50/50, Lei poteva dare un esempio di innovazione, se veramente credesse nella equa rappresentanza e nel fatto che” Regione Lombardia è attenta a valorizzare la rappresentanza femminile”, poteva fin dal 29 Aprile 2010, non diciamo fare una Giunta 8 a 8, quantomeno un 11 a 5 sarebbe stato incoraggiante.
Vede Presidente, noi Le abbiamo creduto,poi abbiamo dovuto difenderci, Le è stata offerta una seconda chance lo scorso 11 Gennaio 2012. Lei non l'ha colta. Ed allora non ci resta che continuare nell'unica strada percorribile: quella giudiziaria.
Lei sa che Articolo 51 non si fermerà, sa che un secondo ricorso al Tar è stato avviato, sa che dovrà ancora fare i conti con i Tribunali...adesso a Lei e a chi dopo di Lei, le redini del gioco per la equa rappresentanza di genere....noi continueremo con l'unico mezzo a nostra disposizione fintanto che in Italia tutte le Assemblee elettive, Giunte, Governo non siano composte al 50 + 1...femminile, ovviamente!
Angela Ronchini
Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria

martedì 17 aprile 2012

ABBIAMO VINTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E SU FORMIGONI!

Formigoni presenta i nuovi nomi in giunta: "Non è un rimpasto ma una sotituzione forzata"

Martedì, 17 aprile 2012 - 17:56:00
Nella giunta regionale Luciana Ruffinelli (Lega) prende il posto della collega di partito Monica Rizzi come assessore a Sport e Giovani e, per il Pdl Margherita Peroni sostituisce il dimissionario Stefano Maullu all'assessorato Commercio Turismo e Servizi. Lo ha ufficializzato il presidente della Regione Roberto Formigoni durante una conferenza stampa. "Un operazione in pieno accordo con i partiti di maggioranza", ha spiegato Formigoni che per quanto riguarda le dimissioni di Maullu ha spiegato che la decisione "e' stata presa venerdì' scorso quando abbiamo raggiunto la certezza che il Consiglio di Stato avrebbe ritenuto la giunta inadepiente" alle "quote rosa".

"NO RIMPASTO MA SOSTITUZIONE FORZATA MASCHIO-FEMMINA" - Quello avvenuto nella giunta regionale non e' un rimpasto ma "una sostituzione forzata dall'esterno di maschio con femmina", ha precisato il presidente della Regione. Il governatore ha infatti voluto sottolineare che le dimissioni in particolare di Maullu, sono state dettate dall'imminente sentenza del Consiglio di Stato sul mancato rispetto della rappresenta femminile al governo regionale. Formigoni ha poi affermato di non ritenere opportuno "che i tribunali debbano intervenire in maniera cosi' pesante nella composizioni delle giunte" e sottolineando che la Regione "e' sempre stata attenta a valorizzare la rappresentanza femminile", ha inoltre spiegato che "il potere e' pero' nelle mani del popolo". "In consiglio regionale per la maggioranza il popolo ha eletto 3 donne su 50, il 6 per cento - ha ricordato - Oggi nella mia giunta ci sono 3 assessori e un sottosegretario donna su 20 componenti, il 16 per cento: il più' del doppio della percentuale scelta dagli elettori".

lunedì 16 aprile 2012

VITTORIA GRANDE INASPETTATA IMPORTANTE......

Con l'annuncio delle dimissioni dell'Assessore Maullu, che ringraziamo per il passo indietro operato, Articolo 51 Laboratorio di Democrazia paritaria, può celebrare una prima vittoria per una democrazia paritaria che sia effettiva e non soltanto ideologica.
Le donne di Articolo 51, donne vicine al centrodestra, sono orgogliose di aver per prime sollevato la questione di genere in Regione Lombardia e considerano una vittoria politica storica, aver visto il Presidente Formigoni, dover arrendersi ad un nuovo rimpasto, proprio nella consapevolezza che un equilibrio di genere è un percorso che deve essere compreso e condiviso, ma che è necessario imporre, a volte, anche grazie alle sentenze dei Tribunali.
Le donne di Articolo 51 non conosco l'esito dell'udienza di domani presso il Consiglio di Stato, ma si considerano già vittoriose, proprio per l'attenzione cui hanno costretto il Presidente Formigoni e gli uomini della Giunta sulla questione delle quote di genere.
Qualsiasi scelta opererà il Presidente Formigoni al femminile troverà concordi le donne di Articolo 51,che continuano a chiedere un cambio di passo netto, proponendo, ancora una volta, due donne che rappresentano la forza dell'esperienza, Tiziana Maiolo, e l'entusiasmo della giovane militanza, Elena Paganelli.

venerdì 6 aprile 2012

INCREDIBILE, MA VERO: QUANDO LA PARITA' INFASTIDISCE!

Siliprandi: pari opportunità? Treviglio sta tornando indietro

 Redazione  26 marzo 2012  Bassa    
Patrizia Siliprandi, presidente di "Le donne scelgono"
Patrizia Siliprandi, presidente di "Le donne scelgono"
TREVIGLIO — Se domandate ai cittadini di Treviglio quale sia il problema più sentito in città, probabilmente vi risponderanno l’acqua inquinata, il traffico, il lavoro che manca. Pochi di loro, siamo disposti a scommettere, vi parleranno dell’esigenza di cambiare lo statuto comunale per “garantire di più le donne”. Sì perché le donne a Treviglio quelle garanzie sacrosante per due decenni le hanno sempre avute. Stanno scritte nello statuto stesso del Comune, in seguito a una battaglia politica durata anni. Eppure oggi, l’amministrazione comunale ha tutta l’intenzione di cambiarle. Via l’articolo 1 comma 8 dello statuto, che sancisce la presenza di almeno un terzo di componente rosa nella giunta comunale e nei cda delle aziende partecipate, sostituito con una dichiarazione di principio mutuata dalla Regione. Perché? Lo abbiamo chiesto a Patrizia Siliprandi, leader dell’associazione “Le donne scelgono” e promotrice di quel comma che mise Treviglio all’avanguardia in Italia nelle pari opportunità.
Siliprandi, l’amministrazione comunale di Treviglio vorrebbe eliminare le quote in giunta e negli organi istituzionali, cosa ne pensa?
E’ un’assurdità modificare lo Statuto Comunale nel senso di eliminare la norma che prevede che in Giunta e negli altri organi istituzionali del Comune entrambi i generi abbiano una rappresentanza minima fissata in un terzo dei componenti degli organismi medesimi. Si tratta di una norma di civiltà introdotta nello statuto 18 anni fa su mia proposta, e che costituiva il portato della mia esperienza nella Commissione Nazionale per le Pari Opportunità, e mi sento pertanto legittimata a contestare l’iniziativa di questa Amministrazione e le ragioni che la vorrebbero sostenere.
L’amministrazione pare considerare la norma retaggio di un femminismo che fu…
Voglio sgomberare il campo da un equivoco, in cui lo stesso sindaco sembra essere caduto: la norma non prevede una sorta di quote rosa negli organismi comunali, ma vuole invece salvaguardare la presenza negli stessi di entrambi i generi, maschile e femminile, nella convinzione di chi l’ha proposta che solo così vi possa essere quello scambio di idee ed esigenze che sono proprie di ciascun genere e che solo la condivisione delle stesse può portare ad una sintesi positiva. Ed è proprio questo lo spirito che ha motivato allora la mia iniziativa, non un vetero femminismo come ora si vorrebbe far credere.
Niente femminismo ma coscienza civile dunque…
In effetti l’iter della norma non è stato facile, ho dovuto infatti presentare la modifica statutaria per ben tre volte in consiglio comunale, finchè alla terza tornata la stessa fu approvata con il voto favorevole anche di chi, oggi, ne vuole l’abolizione. Mi riferisco ai consiglieri di allora ed attuali, Pignatelli, Mangano, Minuti.
Lei ha definito questo atteggiamento un passo indietro letale…
Si vuole tornare indietro, abolendo una norma che per anni ha costituito un’innovazione unica nel panorama nazionale e posto la città di Treviglio all’avanguardia per il rispetto delle diversità di entrambi i generi. E dire che sia a livello nazionale che comunitario ci si muove proprio nella direzione opposta, sancendo la necessità della presenza femminile nei consigli di amministrazione delle società partecipate e quotate. Ma, ripeto, la norma statutaria di Treviglio va ben oltre, tutelando entrambi generi e quindi, in una prospettiva che spero non troppo lontana, anche quello maschile.
Per quali ragioni secondo lei l’amministrazione vorrebbe abolirla?
Il sindaco Pezzoni, da un lato, dimostra di non aver capito la reale portata della norma ritenendo si tratti di quote rosa. Dall’altro, dice di agire nell’interesse delle donne, che invece finisce per danneggiare.
Intravede ragioni politiche?
Il tempo, se la norma dovesse essere abrogata, ce lo farà capire. Anche se già ora le possiamo immaginare. Spero che non solo le donne, ma anche gli uomini si indignino per questa iniziativa, iniqua e oggi fuori dal tempo. Così come allora, gli stessi che oggi ne vogliono l’abolizione, l’avevano commentata come un esempio di buon governo e integrazione sociale. Ma tant’è, chi governa si ricorda dei cittadini solo quando ne deve richiedere il voto, e resta sordo alle richieste che provengono dal “basso” soprattutto quando elezioni vicine non ce ne sono.

giovedì 5 aprile 2012

NON E' UN PAESE PER DONNE IN POLITICA!

Non è una politica per donne

Ancora pochi i risultati del dibattito avviato sulla sottorappresentanza femminile nelle istituzioni. Importante il testo di legge in discussione alla Camera
Donne e politica: quello della sottorappresentanza femminile nelle istituzioni è un problema antico che ancora oggi le statistiche denunciano impietosamente: in base al numero degli eletti in Parlamento nella XVI legislatura risultano alla Camera dei Deputati 135 donne (pari al 21,59%) e 495 uomini sui 630 di cui si compone l’organo e al Senato della Repubblica 60 donne (pari al 18.69%) e 261 uomini, su un totale di 321 senatori.
Le donne nelle Istituzioni sono poche, troppo poche, e l’obiettivo da raggiungere è la percentuale del 30% per arrivare poi al traguardo del 50%; quello che garantisce la democrazia paritaria. Il dibattito sulla questione del riequilibrio della rappresentanza femminile nelle Istituzioni è da sempre aperto e si susseguono le iniziative, e cito sole le ultime in ordine di tempo: il tavolo di confronto in materia di parità di accesso agli organi delle società di Roma Capitale, organizzato dalla Fondazione Bellisario e presentato l’8 marzo al Comune di Roma; il Convegno “Democrazia paritaria: parità di accesso alle cariche elettive”, promosso da F.i.d.a.p.a, (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) che si è svolto il 20 marzo a Palazzo Valentini a Roma; il Convegno di Catanzaro lunedì 26 marzo, “La democrazia paritaria”, promosso dalla Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna della Calabria e dalla F.i.d.a.p.a.
Molte le iniziative negli anni, pochi i risultati! Per puntare ad impegnare le Istituzioni a trovare soluzioni concrete è stato organizzato, nel novembre scorso, il I° Forum delle Elette nei Consigli regionali e nelle Province Autonome – a cui ho preso parte in qualità di Consigliera regionale e membro del Comitato promotore – che ha approvato un documento conclusivo, rivolto ai Presidenti delle Assemblee legislative regionali per il riequilibrio della rappresentanza di genere nelle cariche elettive e nelle Istituzioni politiche. Il documento definisce le linee guida e di indirizzo per il riequilibrio indicando la necessità di intervenire sugli Statuti delle Regioni e sulle leggi elettorali regionali in maniera incisiva e coordinata, introducendo il principio vincolante della rappresentanza di genere (doppia preferenza o collegi binominali), e stabilisce l’avvio di un dialogo strutturale con le Commissioni per le Pari opportunità, con le Commissioni parlamentari competenti, con le elette nelle Assemblee degli enti locali e con tutte le organizzazioni che operano a favore del raggiungimento della parità di genere e con gli organismi associativi di riferimento. La richiesta di democrazia rappresentativa e della rimozione degli ostacoli che impediscono la piena parità di genere nelle istituzioni, formalizzata dal I° Forum delle Elette, apre ad una visione programmatica che supera le stesse quote-rosa per collocarsi su un livello più alto di funzionalità dei sistemi democratici.
Nelle regioni la rappresentanza femminile è marginale e pari all’11.5% nei Consigli Regionali, e al 17.6% nelle Giunte, mentre due sole donne sono le Presidenti di Regione (Lazio e Umbria), (Fonte Anci, Luglio 2010). Ci sono regioni, come ad esempio la Calabria, dove – malgrado lo Statuto menzioni l’obbligo di candidature femminili nelle liste elettorali, pur senza stabilire alcuna proporzione rispetto alle candidature maschili – non figurano donne elette in Consiglio Regionale.
Sul fronte della rappresentanza di genere in termini di previsioni legislative, la Regione Lazio è sicuramente all’avanguardia, considerato che nel suo Statuto si stabilisce nella Giunta la rappresentanza femminile di un terzo e anche una quota di rappresentanza di genere nell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, nonché il 50% di candidature femminili nel listino. Diverso il caso della Campania, dove il Consiglio regionale rappresenta, in questo senso, un modello di riferimento, in quanto ha tradotto in norma il principio di democrazia paritaria, introducendo, nelle ultime elezioni amministrative, la doppia preferenza di genere nella propria legge elettorale regionale. E’ evidente, dunque, che la revisione degli Statuti e delle leggi elettorali regionali rappresenti un passaggio fondamentale e prioritario, perché senza l’introduzione di nuove regole, il nostro non sarà mai un “Paese per donne”. Un deficit di democrazia paritaria che denuncia una vera e propria malattia ed asimmetria del nostro sistema democratico, che rischia di endemizzare una situazione critica legata anche alla tardiva introduzione in Italia, nel 1946, del diritto di voto per le donne. Una risposta fondamentale può arrivare allora dalla discussione in corso alla Camera del testo di legge “Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei Consigli e nelle Giunte delle Regioni e degli Enti locali”: un punto d’arrivo e, al tempo stesso, di partenza per ridisegnare la geografia politica nei luoghi della decisione, politica ed economica. Solo rafforzando le politiche di promozione della parità di genere e realizzando una presenza equilibrata tra uomini e donne nella gestione della vita politica del Paese, si puó garantire l’efficacia di un sistema veramente democratico.
di Isabella Rauti

domenica 1 aprile 2012

VERSO LA SCONFITTA DELLA DEMOCRAZIA DIMEZZATA

LEGGE BIPARTISAN SU PARITA', MA NON SONO QUOTE ROSA PDF Stampa E-mail
Scritto da On. Beatrice Lorenzin   
La commissione Affari Costituzionali alla Camera lo scorso 8 marzo ha dato il via libera alla proposta di legge bipartisan perla parità di genere dei consigli e nelle giunte degli enti locali. Le promotrici e la relatrice, Beatrice Lorenzin, hanno annunciato in conferenza stampa a Montecitorio il successo ottenuto proprio nella giornata dedicata alla donna, l'8 marzo. Presenti in conferenza stampa anche numerose parlamentari ed esponenti del Pdl tra cui la responsabile nazionale del settore Pari Opportunità, l'On. Barbara Saltamartini ed anche la vice presidente della Consulta Femminile regionale del lazio, Federica De Pasquale.
Il testo unificato che assorbe diverse proposte presentate in questa legislatura tra cui quella del governo precedente su iniziativa del ministro Mara Carfagna, porta la firma di esponenti di tutti i partiti che sostengono il governo Monti: Lorenzin, Pdl, Sesa Amici, Pd, Anna Teresa Formisano, Udc. Non si tratta di quote rosa - hanno precisato - ma di un'azione antidiscriminatoria.  Questo testo di legge, che a breve sarà calendarizzato in Aula, prevede di dare la facoltà all'elettore di esprimere, solo se vuole, due preferenze necessariamente di genere diverso. Il via libera in Commissione del mandato al relatore è il primo passo ma fa ben sperare. "Subito
dopo - hanno aggiunto in conferenza stampa le promotrici - dobbiamo impegnarci per la legge nazionale". "Questo meccanismo può davvero agevolare e incrementare la presenza delle donne nelle assemblee rappresentative locali", ha aggiunto lMara Carfagna, ricordando la proposta avanzata dal precedente governo approvata in cdm e poi sostenuta da tutte le forze politiche. "Le donne hanno competenze più qualificate, si laureano prima degli uomini, non utilizzare queste competenze significa sprecare il talento di metà della popolazione, non ce lo possiamo permettere soprattutto in un momento in cui la politica perde credibilità. Da oggi iniziamo la battaglia per approvare la legge in Aula con l'obiettivo di scrivere una bella pagina per il Parlamento e per il paese". La relatrice del provvedimento Beatrice Lorenzin ha illustrato i dati della rappresentanza femminile nelle amministrazioni locali: "poco meno del 15%" e ha lanciato un allarme in vista della nuova legge che prevede una riduzione del 20% dei posti negli enti locali: "Con meno posti a disposizione rischiamo l'estinzione della rappresentanza femminile". Questa legge, ha spiegato la deputata Pdl "spinge i partiti a candidare più donne, perchè prevede che siano almeno il 30% nelle liste, e la doppia preferenza anche se non assicura l'elezione di una donna può favorire una competizione virtuosa tra i partiti. Speriamo la legge sia pronta per le elezioni amministrative del 2013. Abbiamo provato una strada nuova dal momento che le misure adottarefinora non hanno dato risultati". Nella proposta di legge è prevista anche la pari opportunità anche nei mezzi di comunicazione e nelle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni.