mercoledì 31 ottobre 2012

FIRMATA LA CONVENZIONE DI ITSAMBUL CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Convenzione del Consiglio d'Europa contro la violenza sulle donne

Il Ministro del Lavoro, delle Politiche Sociali e delle Pari Opportunità Elsa Fornero, alla presenza del Vice Segretario Generale del Consiglio d’Europa Gabriella Battaini-Dragoni, ha firmato a Strasburgo la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. La firma segue la mozione unitaria del Senato su questo tema votata il 20 settembre ed è accompagnata da una nota verbale in cui si specifica che la firma avviene nel rispetto dei principi della Costituzione italiana.

Nel loro incontro a Strasburgo, al quale ha preso parte anche il Sottosegretario agli Esteri Marta Dassù, il Ministro Elsa Fornero e il Vice Segretario Generale del Consiglio d’Europa Gabriella Battaini-Dragoni hanno sottolineato che la firma della Convenzione da parte dell'Italia è un passo fondamentale per proseguire l’azione del Paese contro queste forme di violenza che colpiscono le donne e le bambine.

La Convenzione di Istanbul, aperta alla firma l’11 maggio del 2011, costituisce oggi il trattato internazionale di più ampia portata per affrontare questo orribile fenomeno e tra i suoi principali obiettivi ha la prevenzione della violenza contro le donne, la protezione delle vittime e la perseguibilità penale degli aggressori. La Convenzione mira inoltre a promuovere l’eliminazione delle discriminazioni per raggiungere una maggiore uguaglianza tra donne e uomini. Ma l’aspetto più innovativo del testo è senz’altro rappresentato dal fatto che la Convenzione riconosce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione.

All’indomani dell’approvazione in Senato del DDL di ratifica della Convenzione di Lanzarote per la protezione dei minori dall’abuso e dallo sfruttamento sessuale, il via libera alla firma della Convenzione di Istanbul ha rappresentato l’ulteriore segnale di una piena “consapevolezza che è di conforto al Governo” - afferma il Ministro Fornero - “e gli dà la forza per continuare in questa azione di diffusione di una cultura che rifiuti la violenza e la sanzioni, ma soprattutto che faccia crescere in ciascuno di noi qualcosa di positivo proprio nell’accettazione del prossimo”. E proprio sulla scia della recente approvazione del disegno di legge di ratifica della Convenzione di Lanzarote, l’auspicio è che il disegno di legge di ratifica della Convenzione di Istanbul, di prossima presentazione, possa ricevere la stessa condivisione in sede parlamentare e venga approvato in tempi rapidi.

“Desidero sottolineare l'aspetto innovativo della Convenzione del Consiglio d'Europa alla cui elaborazione l'Italia ha molto contribuito - afferma il vice-Segretario Generale Gabriella Battaini-Dragoni; la Convenzione di Istanbul è una delle ultime preparate a Strasburgo e può essere ratificata anche da paesi non europei come quelli della politica di vicinato”.
27 settembre 2012
Documenti:

martedì 30 ottobre 2012

RIPETIAMO: NON SIAMO NE' POSTI IN CLASSIFICA NE' OMBRE!


NON VA BENE, NON CI STIAMO!

Il 26 Ottobre 2012 il Consiglio Regionale della Lombardia è stato sciolto, il suo ultimo atto: la nuova legge elettorale regionale che ha abolito il tanto vituperato listino bloccato ed introdotto l'obbligatorietà di genere nelle liste. Tutto bene, quindi, tolta l'autostrada dei raccomandati, riconosciuto il diritto alla democrazia paritaria si può andare speditamente al voto con le donne che vedono riconosciuto il loro diritto di rappresentanza da un Governatore e dalla sua maggioranza, che in questa legislatura ha subito ben tre ricorsi e una sonora sconfitta in Consiglio di Stato ,proprio per il non riconoscimento della parità di genere. Purtroppo, però, bisogna riporre calici e spumante della vittoria, perché non è così.
Non è così perché fare liste alternando donne e uomini, non è difficile, più difficile è che i partiti, tutti, puntino sulle candidate investendo sulle donne, anche a rischio di qualche voto in meno.
La Prof.ssa D'Amico, persona che stimo ed ammiro, ha detto “ che questa è una norma fortemente voluta dal Pd e che porta in Regione Lombardia la vera democrazia paritaria”, ahimè non è così.
La vera democrazia paritaria sarebbe stata la doppia preferenza di genere, che avrebbe dato la possibilità, non di scegliere se votare un uomo o una donna, ma entrambi, così che si sarebbe aumentato il numero delle consigliere.
Aumentare il numero delle consigliere, significa, però, diminuire il numero dei consiglieri e i partiti, tutti, a votare erano in 76 presenti, i voti sono stati 75, hanno scampato il pericolo col solito contentino, cui noi donne abbocchiamo facendoci del male da sole.
Infatti, e sono certa di non essere smentita, ancora una volta saranno poche le donne elette, ma i partiti, questa volta, non potranno essere accusati: le liste rispettavano i dettami della legge, poi se le donne non ottengono voti....certo non stiamo lì a dire che l'80% delle risorse finanziarie andranno su candidati uomini, non stiamo lì a puntualizzare che nessun nome di prestigio sosterrà un candidato donna, la norma è stata rispettata.
E noi dovremmo ancora una volta ricorrere ai Tribunali per far dichiarare illegittima una legge che ,come al solito sembra innovare per invece mantenere tutto come è, sfavorisce le donne, che questa obbligatorietà non “women friendly”, ma solo un ottima scusa per discriminarci ancora una volta, soltanto che questa volta saranno gli elettori a farlo e vuoi contestare le scelte popolari? Non sia mai: i partiti e le poltrone dei maschietti sono salve e con il placet istituzionale!

Angela Ronchini
Presidente Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria

giovedì 25 ottobre 2012

A QUANDO LA BOCCIATURA DELLE GIUNTE FORMIGONIANE?

IL PARLAMENTO UE HA PIù VOLTE CHIESTO DI RISPETTARE L'EQUILIBRIO DI GENERE

Nessuna donna nell'esecutivo della Bce
Strasburgo protesta e boccia la nomina

Veto simbolico al lussemburghese Mersch: «Violate le quote rosa»

Yves Mersch (Afp/Patrick Hertzog)  Yves Mersch (Afp/Patrick Hertzog)
Il parlamento europeo boccia la candidatura di Yves Mersch nel board della Bce. Un veto simbolico, che esprime il «no» di Strasburgo all'assenza di donne nell'esecutivo della Banca centrale europea. Il rifiuto, che non ha precedenti, è venuto dalla sessione plenaria con 325 no, 300 sì e 49 astenuti. Sulle quote rosa l'assemblea ha dunque dato il suo sostegno alla posizione della Commissione economico-finanziaria. La candidatura di Mersch, governatore della banca centrale lussemburghese, è stato proposta dal Consiglio - su indicazione del presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker - per sostituire lo spagnolo Gonzalez Paramo, decaduto il 31 maggio. Da parte sua però il Parlamento europeo ha più volte chiesto che fosse rispettato l'equilibrio di genere nella composizione dell'esecutivo dell'Eurotower. NO COMMENT - La Commissione europea non ha voluto commentare il voto su Mersch. Il portavoce ha semplicemente ricordato che ora tocca all'Ecofin «prendere una decisione». Il portavoce ha ricordato anche che l'Europarlamento aveva su questa nomina un ruolo soltanto consultivo.
GLI APPELLI E IL VOTO - A settembre la Commissione Ecofin aveva rinviato l'audizione di Mersch per sottolineare la protesta. L'audizione si è finalmente svolta lunedì scorsa, ma la presidente della Commissione, la lib-dem britannica Sharon Bowles, aveva annunciato che sarebbe stata presentata una raccomandazione negativa «senza entrare nel merito delle qualità del candidato». Martedì il presidente permanente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, aveva dato generiche rassicurazioni sul fatto che avrebbe chiesto ai governi di proporre in futuro candidate donne, ma aveva sollecitato un voto a favore di Mersch «per riempire il vuoto» nel board della Bce. Un appello rimasto evidentemente inascoltato.
CONFLITTO POLITICO - Anche se il voto del Parlamento europeo non è vincolante per il Consiglio, apre di fatto un ulteriore elemento di conflitto politico tra le due istituzioni europee già divise su una serie di argomenti, il più sensibile dei quali è il bilancio pluriennale 2014-2020 dell'Unione europea.

NON SIAMO OMBRE!


CARO FORMIGONI NON SIAMO OMBRE!



Milano-25 Ottobre.2012-Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria nel confermare il suo No alla Giunta tecnica per un 11 a 2 che sconfessa non solo lo Statuto Regionale, ma la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 11 Giugno, dimostrando ,chiaramente, la poca considerazione del Governatore Formigoni verso il 51,87 dell'elettorato lombardo, sarà presente in forze al FLASH MOB che si terrà Venerdì dalle 10.00 del mattino ad oltranza davanti al Consiglio Regionale per sostenere e PRETENDERE che la doppia preferenza di genere sia introdotta nella nuova legge elettorale . Dal momento che nemmeno le sentenze obbligano al rispetto della democrazia paritaria, che sia un maggior numero di elette a farlo. FLASH MOB PER DIRE AL GOVERNATORE FORMIGONI CHE LE DONNE DI ARTICOLO 51 SONO STANCHE DI ESSERE OMBRE !

La Presidente
Angela Ronchini


martedì 23 ottobre 2012

ADESSO BASTA,ESSERE PRESE IN GIRO NON CI PIACE!

FORMIGONI LIBERA LA SEDIA: STAVOLTA LO DICONO LE DONNE DI ARTICOLO 51!



Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria dice NO alla Giunta tecnica appena insediata a Palazzo Lombardia , perché ,ancora una volta, è stato violato il principio dell'equilibrio di genere, nonostante una sentenza inequivocabile del Consiglio di Stato, cui si era ricorse per sancire un diritto disatteso per ben tre volte dal Governatore Formigoni, che conferma, non solo, di non tenere in considerazione il 51,7% dell'elettorato lombardo costituito da donne, ma di non avere nessun rispetto e considerazione per il pronunciamento del Consiglio di Stato dello scorso 21 Giugno, delegittimandone l'autorità non applicandone i principi sanciti. Chiede l'immediato adeguamento della Giunta, seppur tecnica e ad interim, al principio precettivo dell'equilibrio di genere, denuncia con forza l'ostilità dei partiti di maggioranza e dei loro rappresentanti regionali e nazionali all'applicazione di una concreta parità di genere, chiede l'impegno pubblico del Governatore a sostenere con forza la doppia preferenza di genere nella votanda legge elettorale regionale, aderendo al flash mob che si terra presso il Consiglio Regionale Giovedì 25 Ottobre, chiede lo stesso impegno pubblico ai Coordinatori Regionali e ai Segretari Nazionali di PDL e Lega , si unisce alle associazioni femminili e all'opposizione nel gridare” FORMIGONI LIBERA LA SEDIA” perché le donne di centrodestra non sono soldatini obbedienti o zerbini calpestabili,e non si sentono rappresentate da chi non tiene conto del loro voto nonché dei loro diritti alla equa rappresentanza di genere.
La Presidente
Angela Ronchini

domenica 21 ottobre 2012

NON SIAMO DELLE SIGNORE....

Non sono una signora

Domenica, 21 ottobre 2012 - 15:14:00
Di Tiziana Maiolo
Non voglio essere chiamata “signora”, tranne nelle situazioni in cui gli uomini vengono chiamati “signore”. Ad esempio al supermercato, che è il luogo più democratico e paritario di tutti. In tutte le altre situazioni, soprattutto in quelle pubbliche o istituzionali, esigo la parità. Se il mio collega è Angelo, io sono Tiziana; se lui è consigliere o assessore o deputato, lo sono anch’io. Se è dottore, io sono dottoressa. Se lui è signore io sono signora, altrimenti no. No, grazie.
Quindi sto dalla parte del prefetto di Napoli De Martino, il quale ha difeso il ruolo  di una sua collega ricordando che, in un incontro istituzionale,  l’appellativo di “signora” disconosceva appunto il ruolo di Carmela Pagano, prefetto di Caserta. Poco importa che ci sia andato di mezzo un sacerdote, che peraltro usava toni pacati e probabilmente non si rendeva neppure conto di far parte di una massa di uomini che non esito a definire misogini, prima ancora che maschilisti. E’ infatti molto diffusa questa abitudine di disconoscere il ruolo pubblico della donna, travestendo quell’appellativo di “signora” di blanda galanteria. E mi stupisco del fatto che non siano ancora insorte in difesa del prefetto femministe e militanti di “se non ora quando”, sempre pronte a scendere in piazza in difesa della differenza di genere. Differenza non vuol dire discriminazione, care amiche.
Una volta ho protestato, e mi pento di non averlo fatto sempre. E’ capitato durante un incontro con un rappresentante della comunità cinese di Milano. Noi eravamo in tre a rappresentare Palazzo Marino: il vice-sindaco De Corato, l’assessore Masseroli e io, che ero pure assessore. Il signor Wu, persona dai modi squisiti, appellava continuamente il primo con il termine di “onorevole”, il secondo come “assessore” e me come “signora”. Alla decima volta sono sbottata e lui con sincerità ( gli ho creduto ) mi ha detto che riteneva di farmi una gentilezza.
Non dubito della buona fede di nessuno, ma vi invito a riflettere, anche voi ragazzi della rete, che vi siete scatenati contro il prefetto. In questi casi non c’entra niente la “casta” o il tirarsela. Non sarebbe mai comunque il mio caso. Essere donna è faticoso, e, credetemi, la misoginia, il maschilismo e anche il razzismo a volte trovano anche la strada della galanteria. Riservatela agli uomini, la prossima volta, per favore.

giovedì 18 ottobre 2012

LETTERA AL GOVERNATORE FORMIGONI...PUNTATA SECONDA!

Un'amica ha riproposto questa mia lettera al Governatore Formigoni che scrissi il 17 Aprile scorso ,dopo la seconda udienza dell'appello in CdS contro la Giunta del 15 a 1. Quella sera ottenemmo una vittoria politica straordinaria, costringendo il Governatore ad ammettere che la Giunta sarebbe stata “abbattuta”(parole sue) per non equilibrio di genere e che prima di vederla azzerata, preferiva sostituire forzatamente “assessore maschio con assessore femmina”. Allora non pensavamo che il CdS il 21 Giugno ci avrebbe dato una vittoria epocale sancendo principi mai sanciti prima e che il prossimo 21 Novembre sarà lo stesso al TAR Lombardia per la seconda Giunta, che, seppur azzerata, costituisce un riconoscimento di principio. Ebbene credo sia bene riproporla , questa lettera, ...in questo momento in cui, mai lo avremmo pensato, il Governatore necessita anche del nostro sostegno, ed è bene , tra idee di Giunte ponte, elezioni, nuove
leggi elettorali, regionali e nazionali, doppie preferenze e quant'altro, ricordare che nel frattempo lo scorso 21 Giugno il CdS ha sancito l'obbligatorietà delle norme statutarie in materia di equilibrio di genere e che le Giunte devono essere obbligatoriamente pari matematicamente ,nei generi o al numero più prossimo alla metà numerica....forza Governatore, Lei può e deve per il bene di tutti fare vera e forte innovazione....pulizia , concretezza..quella che solo noi donne sappiamo mettere in atto!
E con forza imponga la doppia preferenza di genere e ci mandi subito a votare: le donne non la deluderanno..E' il nostro momento e da questa palude solo noi possiamo fare in modo che il Paese e la Lombardia emergano vittoriose!
Le donne di Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria



Caro Governatore Formigoni,
Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, sa di non essere nella lista dei favoriti e, probabilmente Lei sta rimpiangendo, anche di averci ammesso all'iscrizione dell'Albo Regionale, ma quello che ieri, Lei, non noi, ha sancito è una vittoria politica straordinaria per la battaglia dell'equa rappresentanza di genere.
Le Sue dichiarazioni, in verità, poco eleganti, sulla “sostituzione forzata dall'esterno di maschio con femmina” (neanche parlasse a Quark), hanno dato notorietà ad un successo più grande di quello che mai avremmo pensato raggiungere. Successo politico, soprattutto!
In questi mesi La abbiamo vista incrollabile, nella bufera mediatico-giudiziaria, che ha investito la Sua Giunta, non dar adito a sospetti, non rispondere, rigettare sdegnosamente qualsiasi coinvolgimento della sua amata Regione Lombardia, ma ha dovuto piegarsi alla sconfitta ed ammetterla di fronte ad un ricorso di donne: prima ancora dell'uscita della sentenza, Lei, ha ammesso l'inadeguatezza della Giunta nei confronti dell'equilibrio di genere.
Con questo ,ora, dovranno fare i conti tutti quelli che si troveranno a dover comporre Giunte siano esse comunali, provinciali ,regionali, perché, si sa, ciò che accade in Lombardia, piaccia o no, ha valenza nazionale.
Lei non trova giusto che i Tribunali “debbano intervenire in maniera così pesante nella composizione delle Giunte” che il Suo collega della Campania Caldoro ritiene atti politici insindacabili: bene, concordiamo pienamente, ma allora perché non applicare le norme statutarie che garantiscono l'equilibrio di genere negli organi di governo territoriale? Anche queste sono frutto di atti politici, regolarmente disattese siano esse negli Statuti comunali, provinciali, regionali.
Ed allora cosa dovremmo fare noi donne per veder riconosciuto il diritto ad un'equa rappresentanza di genere? Aspettare i prossimi 30 anni dietro le quinte e sperare che un “maschio” ceda volontariamente la poltrona, improvvisamente fulminato sulla strada di Damasco della rappresentanza di genere? Lei sa, quanto noi, che questo non accadrà mai e Lei né è la dimostrazione...forse non tutte Sue sono le responsabilità...certamente i Partiti ci mettono molto del loro non sponsorizzando candidature al femminile e anche dove ci sono molte elette, Campania docet, neanche lì c'è una Giunta al 50/50, Lei poteva dare un esempio di innovazione, se veramente credesse nella equa rappresentanza e nel fatto che” Regione Lombardia è attenta a valorizzare la rappresentanza femminile”, poteva fin dal 29 Aprile 2010, non diciamo fare una Giunta 8 a 8, quantomeno un 11 a 5 sarebbe stato incoraggiante.
Vede Presidente, noi Le abbiamo creduto,poi abbiamo dovuto difenderci, Le è stata offerta una seconda chance lo scorso 11 Gennaio 2012. Lei non l'ha colta. Ed allora non ci resta che continuare nell'unica strada percorribile: quella giudiziaria.
Lei sa che Articolo 51 non si fermerà, sa che un secondo ricorso al Tar è stato avviato, sa che dovrà ancora fare i conti con i Tribunali...adesso a Lei e a chi dopo di Lei, le redini del gioco per la equa rappresentanza di genere....noi continueremo con l'unico mezzo a nostra disposizione fintanto che in Italia tutte le Assemblee elettive, Giunte, Governo non siano composte al 50 + 1...femminile, ovviamente!
Angela Ronchini
Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria