NONOSTANTE SENTENZE ED AZZERAMENTI I MASCHIETTI ANCORA SI ARROGANO DIRITTI DI MAGGIORANZA O SEMPLICEMENTE PREPARANO IL TERRENO PER NON CEDERE ANCHE UN SOLO STRAPUNTINO!
I Signori politici maschietti, ci spieghino per quale diritto divino o per quale norma, essendo noi in maggioranza come cittadine, dobbiamo essere in sootominoranza neegli organi elettivi e decisionali di governo del territorio. Ci chiariscano per quale ragione nelle Giunte debbano essere in maggioranza un numero di assessori di gebnere maschile: l'Italia ha bisogno di rinnovamento...dopo 60 anni di politica al maschile, con le conseguenze che viviamo, ora tocca a noi....certo peggio non potremmo fare!
Comunicato Stampa
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>> Nuovo Statuto comunale
>> Cirinnà – Azuni: ”Colpo di coda maschilista per quota minoritaria di donne in giunta”
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“Quattro assessore su dodici nella giunta Capitolina che verrà è un
rapporto di sfiducia inaccettabile e che relega le donne ad un
rappresentanza minoritaria nell’esecutivo del comune di Roma.
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La proposta di nuovo statuto di Roma Capitale avanzata dalla
commissione riforme istituzionali, di cui apprendiamo il contenuto dalla
stampa, è un meschino colpo di coda maschilista contro quelle che
vengono impropriamente definite ‘quote rosa’ che solo una composizione
paritaria del 50% potrà definitivamente cancellare.
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E’ incredibile che la commissione riforme istituzionali composta
peraltro da soli uomini non abbia ritenuto opportuno raccordarsi con la
Commissione delle Elette sul tema della rappresentanza di genere, ma
abbia pensato di adottare un testo più restrittivo dell’attuale e
assolutamente squilibrato in favore degli uomini.
>> Le norme
dello statuto vigente prevedono infatti una ‘equa composizione di
genere’ della giunta comunale. L’attuale Sindaco, contravvenendo alla
disposizione su tali norme, è stato costretto dal TAR per ben
>> 2 volte a rivedere la sua giunta su ricorsi da noi proposti e vinti.
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In occasione dell’ultimo rimpasto di giunta, nel replicare al Sindaco
che presentava la nuova assessora con delega alla casa e patrimonio,
dichiarammo in modo chiaro e deciso che non avremmo accettato quote di
genere nel nuovo statuto ma solo un esplicito riferimento al 50% di
presenza di donne in tutti i ruoli esecutivi dell’amministrazione siano
essi la Giunta , di Comune o Municipio, il Cda di una azienda
capitolina, dirigenza apicale
>> e amministratori delegati.
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La bozza della commissione riforme istituzionali del Comune di Roma, in
controtendenza con la recente legge elettorale approvata dal Parlamento
lo scorso 13 novembre , le cui normativa prevede per le autonomie
locali la doppia preferenza di genere, intende fissare ad un terzo la
presenza delle donne nella futura giunta capitolina restringendo così
una interpretazione tendente invece ad un rapporto paritario e
sbilanciando a favore degli uomini la rappresentanza nel futuro governo
della città.
>> Nel ritenere grave e inaccettabile quanto
avvenuto abbiamo immediatamente fatto richiesta di una riunione
congiunta tra Commissione delle Elette e Commissione Riforme
Istituzionali, chiedendo al Segretario Generale di non dare corso
all’ulteriore iter della proposta fintanto che sul provvedimento non sia
stato espresso il parere della Commissione delle Elette.”
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>> E’ quanto dichiarano la Presidente e la vice-presidente della Commissione delle Elette Monica Cirinnà e Gemme Azuni.
giovedì 29 novembre 2012
martedì 20 novembre 2012
SOSTENIAMO ILEANA...E' TUTTE NOI!
NON POSSIAMO TOGLIERE IL DOLORE ED IL RICORDO AD ILEANA, MA POSSIAMO FARLE SENTIRE CHE NON E' SOLA: VENERDI' 23 DAVANTI IL TRIBUNALE DI MILANO IN TANTE PER DIRE BASTA A RINVII....
per info: 3349455338
0289778754
Lei si chiama Ileana Zacchetti, ha 52 anni ed è
assessore alle Politiche sociali e alle Pari opportunità del Comune di Opera,
nel milanese. Lui ha una professione di prestigio e un nome che qui non sarebbe
giusto ricordare. Oggi quel pomeriggio di settembre di due anni fa pare lontano
anni luce. A ottobre Ileana incontrerà di nuovo il suo Lui. In un’aula di
tribunale. Prima udienza per un processo in cui si parlerà di maltrattamenti,
violenze, lesioni aggravate. E di un dolore profondo.
Eppure quel giorno, a Firenze, Ileana in quell’anello aveva letto una
promessa di felicità. Non sono stati solo i brillanti a sedurla. Forse un
desiderio, un’attesa. La donna impegnata, dopo anni, si concedeva di cedere a
un’emozione.
«La mia è stata una vita complicata — racconta — Ora ho due figlie grandi.
Da quando io e mio marito ci siamo lasciati, 13 anni fa, avevo pensato sempre e
solo a loro. Non volevo che una relazione potesse turbare la loro crescita di
ragazze che avevano già dovuto affrontare la separazione dei genitori. Ma di
fronte a quell’anello, a quel corteggiamento, a quelle dozzine di rose che
arrivavano in ufficio accolte dallo stupore delle mie collaboratrici, mi sono
lasciata andare alla speranza di una felicità sognata da sempre. Ho pensato
che, infine, fosse, arrivata anche per me la stagione del sorriso».
Ileana convive dalla nascita con una forma di displasia bilaterale che
comporta serie difficoltà nel camminare e la costringe a usare una stampella.
Ma è maestra nel darsi coraggio. A tratti pare abbia la capacità di trasformare
la sofferenza in un carburante per affrontare nuove e faticose imprese.
Naturalmente a Opera l’assessora è molto conosciuta e stimata. «Mi sono chiesta
se non fosse il caso di fare finta di nulla e non denunciare. Ma me ne sarei
vergognata — racconta oggi —. Chi può andare fino in fondo se non le persone
che come me hanno un ruolo pubblico e credono in ciò che fanno? Lo devo alle
donne e agli uomini che incontro ogni giorno».
E allora avanti con un racconto sempre più sofferto:
«Già diverse volte lui aveva avuto nei miei confronti comportamenti
violenti: spintoni, urla, offese. Anche solo un sorriso a chi si avvicinava per
chiedermi un aiuto, un intervento a favore di una famiglia in difficoltà,
poteva bastare perché si scatenasse l’inferno. Avrei dovuto ribellarmi subito;
invece ho inghiottito lacrime e umiliazione. Poi, però, arrivavano di nuovo
fiori, scuse, abbracci. E io tornavo a sperare».
Questo fino a un tremendo pomeriggio di primavera dell’anno anno scorso.
«Eravamo a casa sua, avevamo litigato per l’ennesima volta — continua Ileana -.
Questa volta gli presi il viso tra le mani e gli dissi: «Adesso basta, tra noi
è finita». Pugni, schiaffi. Sono caduta a terra. Mi ha rimesso in piedi
tirandomi su per i capelli. Ancora schiaffoni. Nelle sue mani ero un burattino rotto. Poi mi ha presa per il collo. Ha
aperto la porta e mi ha gettata fuori, verso la balaustra del pianerottolo. Per
fortuna porto il cellulare sempre in tasca. Sono scesa come ho potuto. In quel
momento non ragionavo più, tutto era confuso: i ricordi si mischiavano al
dolore e all’umiliazione. A chi rivolgermi? Le mie figlie no, non volevo farmi
vedere da loro in quelle condizioni, anche se più tardi, alla prova dei fatti,
non le ho potute difendere dal dolore immenso che provavo. Arrivata a casa ho
chiuso la porta dietro di me. E mi sono buttata per terra, travolta dalla
disperata consapevolezza di quanto avevo subito».
Ora Ileana sta facendo il massimo per dotare il suo territorio di servizi
adeguati per le donne decise a reagire ai maltrattamenti dei loro uomini.
«Ho sperimentato sulla mia pelle come i pronto soccorso, non specializzati
in casi del genere, spesso non siano attrezzati per affrontare situazioni così
delicate sul piano psicologico. L’informazione dei servizi e delle associazioni
esistenti non sono sufficientemente supportate e conosciute dalle persone in
difficoltà e bisognerebbe rafforzarne la rete sul territorio. Il lavoro da fare
è tanto. E io ho giurato alle mie figlie che andrò fino in fondo».
Rinvio dell’udienza dal 26 ottobre al 23 novembre,ora ennesimo rinvio … a
quando??? E la tortura prosegue.
Ileana
lunedì 19 novembre 2012
BASTA VIAGGIARE PER TRIBUNALI!
IL
FATTORE D E' STANCO DI ANDARE PER TRIBUNALI!
Milano-19- Novembre-2012- Ass.
Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria informa che si terrà
Mercoledì 21 Novembre presso il Tar Lombardia l'udienza di merito in
seguito all'impugnazione della seconda Giunta Formigoni, quella del
13 a 1, già conseguenza di una rimpasto dovuto all'ordinanza
cautelare emessa dal Consiglio di Stato lo scorso 11 Gennaio.
Nonostante il forte richiamo il
Governatore Formigoni si limitò a colorare di un rosa leggermente
più acceso, una Giunta che avrebbe dovuto essere, paritaria nei
generi.
Le donne di Articolo 51 Laboratorio di
Democrazia Paritaria, unitamente alle donne di Donnein Quota,
coraggiosamente decisero per un secondo ricorso.
Dopo la vittoria e la sentenza epocale
del 21 Giugno in Consiglio di Stato che ha sancito l'obbligo a Giunte
paritarie, pur essendo decaduta la Giunta impugnata, riteniamo essere
un nostro dovere ottenere un giudizio di merito che riaffermi senza
se e senza ma il diritto ad una equa rappresentanza di genere nei
luoghi del decidere sia regionali che nazionali, perché ci siamo
stancate di “andare per tribunali” e crediamo che un nuova
sentenza di condanna ,possa essere di monito, in periodo elettorale,
a quanti sembrano ignorare il rispetto delle norme nel tentativo di
allontanare dalla gestione della cosa pubblica quel Fattore D, che
può portare la vera innovazione, trasparenza, efficienza per un
cambiamento vero e non puramente solo di facciata.
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