mercoledì 24 luglio 2013

AL GOVERNATORE MARONI, ALL'ASSESSORA BULBARELLI ,ALLA CONSIGLIERA DI PARITA'

COMUNICATO STAMPA


ASSOCIAZIONE ARTICOLO51
Laboratorio di Democrazia Paritaria
Iscritta Albo Regionale Lombardia Num. 424

Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria ,denuncia la assoluta discriminazione di cui sono vittime le donne -madri di Regione Lombardia grazie al DGR 144 che stanza aiuti ai "genitori" separati e/o divorziati o in fase di separazione e/o divorzio . Con il termine "genitori" si è voluto da parte della Giunta Maroni agirare l'ostacolo , per poi favorire solo ed esclusivamente i padri.
Ci stupiamo che il Governatore Maroni abbia potuto apporre la sua firma ad un provvedimento che lede , chiaramente ,i diritti delle donne, mettendole ancora una volta in una situazione di minoranza e, soprattutto, mandando un messaggio che determina sempre e soltanto la colpevolizzazione delle madri, favorendo, altresì, la ormai diffusa opinione che essere donna in questo Paese conta molto meno  di nulla.
La violenza e gli abusi contro le donne passano anche da provvedimenti che dovrebbero servire ad aiutare un cambio culturale e non a radicare, ancora di più, un maschilismo che fa dell'Italia il Paese dove le donne hanno diritti scritti, ma mai applicati, il detto DGR 144 sembra andare fondatamente nella direzione di discriminazione di genere che in , Regione Lombardia, sembrava essere superata dall'avvento di una Giunta Paritaria, Giunta che, ovviamente, non è stata, a questo punto, scelta consapevole della necessità di riconoscere la parità di genere, ma soltanto dal rischio di incorrere in una impugnazione.
Il provvedimento è passato in attuazione, senza grossi clamori di stampa e questo, ci ha suscitato grandi perplessità ,proprio per quel termine "genitori" che abbiamo intuito, ed a ragione, essere un escamotage.
Anche se si parla di "genitori" e non espressamente di "padri", tutta una serie di indicazioni fa ritenere squilibrato il provvedimento.
Infatti:
1) La fragilità economica è motivata - anche - dai "provvedimenti di natura economica a favore del minore e del coniuge ritenuto più debole", e questo si riferisce evidentemente all' assegno posto, nella stragrande maggioranza dei casi, a carico del padre/marito;
2) il testo non menziona il purtroppo diffusissimo inadempimento ai provvedimenti giudiziari riguardanti l' assegno, mentre questa è una causa tipica di fragilità economica, fondamentalmente per le donne/madri;
3) la previsione di alloggi a canone agevolato è indirizzata al coniuge cui normalmente non viene assegnata la casa già coniugale, ovvero quasi sempre il marito;
4) i provvedimenti giudiziari sono - giustamente - reclamabili e modificabili, ma vengono assunti allo stato del momento della separazione, e tengono quindi conto delle criticità; provvidenze successive squilibrano in danno dei più deboli;
5) l' espressione "impegni assunti in sede di separazione" si presta all' equivoco di chi - per interesse - la direbbe riferita solo alle separazioni consensuali, mentre in sede giudiziale i provvedimenti sono autoritativi ma altrettanto da rispettarsi;
Inoltre a fronte delle facilmente prevedibili doglianze dei "padri separati" il controllo dell' adempimento deve essere molto attento e scrupoloso e di questo nel DGR 144 non c'è menzione, perchè sappiamo bene che detto adempimento non è così facilmente e bonariamente eseguito dai padri.
In questo Paese dove si ammazza una donna ogni due giorni, in cui le urla delle donne sono ignorate, le denunce inascoltate, dove si continua a pensare allo stupro come reato contro la morale e non contro la persona, vedi recente sentenza della Consulta contro la carcerazione degli autori degli stupri di gruppo,  dove si lotta per una legge contro l'omofobia, ma non contro la donnafobia, dove qualsiasi giornale è pronto a pubblicare lettere di padri eternamente con problemi, ma mai a pubblicare le repliche delle madri, che tempo per lamentarsi non ne hanno,  non possiamo accettare che Regione Lombardia, ancora una volta, indossi la maglia nera della discriminazione di genere.
Il difficile momento economico e sociale del Paese mette in costante difficoltà donne e uomini siano esse madri o siano essi padri....ma le donne sono partite già da una posizione di svantaggio sociale, economico, morale.
Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria chiede al Governatore Maroni, all'Assessora Bulbarelli, alla Consigliera di Parità, un deciso intervento di modifica e controllo di detto DGR 144, affinchè sia equilibrato nel rispetto dei generi e chiede alla Lista Maroni Presidente e Lega Nord, che hanno fortissimamente voluto detto provvedimento, un confronto pubblico perchè anche le madri separate e/o divorziate possano far sentire la loro voce di difficoltà!


La Presidente
Dott.ssa Angela Ronchini



Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria
Via Stresa 16-20125-Milano
Tel.0284174602
Cell. 3349455338
Fax 0242101943

lunedì 15 luglio 2013

NON CI FERMIAMO MAI!

  • Stalking e violenza, ho chiesto alla Cancellieri come intenda sensibilizzare e formare meglio i giudici

    Deborah Bergamini“I drammatici fatti di cronaca che si susseguono dall’inizio dell’anno, ultimo dei quali l’uccisione di una giovane donna ieri a Palermo, confermano come ci sia ancora molto da fare per la prevenzione della violenza sulle donne. Da un punto di vista culturale, certo, ma anche da quello dell’applicazione della normativa esistente.

    Troppo spesso, infatti, i tribunali non prendono provvedimenti nei confronti degli stalker fino a quando questi non passano alla violenza fisica. Ma a quel punto può essere troppo tardi.

    Il nostro ordinamento, invece, già prevede l’istituto della diffida che, però, nella maggior parte dei casi, viene applicato dai giudici solo quando il persecutore passa dalla violenza psicologica a quella fisica. Il risultato, sotto gli occhi di tutti, è che le donne continuano ad essere vessate, e financo uccise, anche dopo aver denunciato. Lo stato, insomma, le lascia sole, e questo non può e non deve accadere. Per questo ho presentato un’interrogazione al ministro Cancellieri, per sapere come intenda agire per sensibilizzare e preparare meglio gli organi giudiziari competenti ad affrontare casi di questo genere“.

    Di seguito il testo dell’interrogazione:

    Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

    lo stalking è un fenomeno molto diffuso nel nostro Paese. Secondo i dati Istat del 2006 quasi il 50 per cento delle donne vittime di violenza fisica o sessuale ha subito comportamenti persecutori, 937 mila donne hanno subito violenza fisica o sessuale e stalking. A queste vanno aggiunte 1 milione 139 mila donne che hanno subito stalking ma non violenze fisiche o sessuali, per un totale di 2 milioni 77 mila donne vittime di stalking dall’ex partner, il 18,8 per cento del totale. Tra le donne che hanno subito una violenza fisica o sessuale da ex partner la percentuale di stalking arriva al 48,8 per cento;

    nell’80 per cento dei casi lo stalker occupa una buona posizione sociale ed ha un elevato livello di istruzione;

    la legislazione italiana in materia risulta essere tra le più avanzate in Europa, con una buona rete di supporto, che va dalla legge 15 febbraio 1996, n. 66, «Norme contro la violenza sessuale», alla legge 4 aprile 2001, n. 154, «Misure contro la violenza nelle relazioni familiari», al decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, «Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori», convertito dalla legge 23 aprile 2009, n. 38, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 95 del 24 aprile 2009;

    lo stalking, spesso, non colpisce soltanto la vittima diretta ma anche i suoi familiari. Esso, inoltre, può tramutarsi da violenza psicologica in violenza fisica, giungendo fino anche all’uccisione della vittima: il 15 cento dei femminicidi è preceduto da denunce per stalking;

    inoltre, un persecutore su tre torna a colpire, mentre la durata media di un processo penale nel nostro Paese è di 3 anni e mezzo, a cui si deve aggiungere almeno un anno e mezzo di fase istruttoria;

    al di là delle croniche lungaggini del processo italiano, che meriterebbero una interrogazione a parte, è sotto gli occhi di tutti la palese scollatura tra normativa in fatto di stalking e violenza e la sua attuazione, scollatura dovuta spesso all’impreparazione della magistratura che, ad avviso delle interroganti, si dimostra poco addestrata soprattutto nei casi di stalking — in cui la violenza è psicologica e, quindi, meno visibile — tendendo a sottostimarne la gravità e, dunque, a non prendere misure per tutelare le vittime mettendo i persecutori in condizione di non nuocere più, con il risultato che spesso la diffida del persecutore, prevista dalla legge, arriva solo quando questi è passato alla violenza fisica;

    ma il reato di «atti persecutori» (stalking), come previsto dall’articolo 612-bis codice penale, non fa riferimento ad aggressioni fisiche di alcun genere, bensì a minacce e/o molestie reiterate e, dunque, la diffida dovrebbe essere concessa quando sussistono specifici elementi che fanno ritenere fondato il pericolo di reiterazione delle minacce e/o delle violenze;

    una tale, ad avviso delle interroganti, corretta applicazione della legge assicurerebbe un’efficace e rapida messa in protezione della vittima, che spesso continua ad essere perseguitata anche dopo il deposito della querela, nelle more delle indagini preliminari e persino durante la celebrazione del processo;

    la diffida, che ha lo scopo di far cessare le persecuzioni e non farle trasformare in violenza fisica, può a ragione essere ritenuta una misure di prevenzione. Sono numerosi, infatti, i fatti di cronaca che raccontano di aggressioni, violenze e uccisioni compiuti dallo stalker che poteva e doveva essere fermato prima di diventare un aggressore, un violentatore, un omicida;

    il decreto legislativo n. 26 del 2006 prevede l’istituzione della scuola superiore della magistratura, alla quale è attribuita in via esclusiva la competenza in materia di aggiornamento e formazione dei magistrati, e che, ad oggi, non risulta pienamente operativa;

    l’articolo 5 del medesimo decreto legislativo prevede che il comitato direttivo della scuola adotti e modifichi il programma annuale della didattica tenuto conto delle linee programmatiche proposte annualmente dal CSM e dal Ministro della giustizia –:

    quali iniziative il Ministro interrogato nell’ambito della sua competenza intenda intraprendere per formare e sensibilizzare la magistratura sul tema dello stalking, in modo da rendere pienamente operativa la normativa italiana e garantire le vittime."
    E' la petizione che già aveva suscitato l'interesse del Ministero Cancellieri...ed ora è interrogazione..le donne non si arrendono mai!

venerdì 7 giugno 2013

NOI STIAMO CON GIANNI ALEMANNO!

ASSOCIAZIONE ARTICOLO51
Laboratorio di Democrazia Paritaria
Iscritta Albo Regionale Lombardia Num. 424

Le donne di Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, unitamente a quelle di Articolo 51 Lazio da sempre attive nella difficile strada per una equa rappresentanza di genere, quelle che hanno sconfitto il potente Governatore Formigoni impugnando la Giunta di Regione Lombardia proprio per non equilibrio di genere, stanno col Sindaco Gianni Alemanno.
Stanno dalla parte del Sindaco che, come Formigoni, ha avuto problemi con Giunte non propriamente rosa, ma proprio per questo noi da donne riconosciamo il merito..e il Sindaco ha capito  che delle donne una città come Roma non può fare a meno e ha preso l'impegno ad una Giunta Paritaria.Noi da donne preferiamo sostenere un Sindaco che ammette i propri errori e ha fatto in modo di correggerli che buttarci verso un nuovo che nuovo non è!
Da cittadine della città di Milano sappiamo quanto il "progressismo" possa nuocere e noi da donne non possiamo permetterci errori: noi che dobbiamo difendere da madri mogli nonne i nostri giovani  e le nostre giovani,dobbiamo dare fiducia a chi difende i valori della famiglia, del rispetto culturale, del valore di essere donne.
Alla perfezione preferiamo chi, con coraggio, sa ammettere che molto è stato fatto, ma molto è ancora da fare, che conosce Roma  e quanto ancora c'è da cambiare, da donne non possiamo permetterci  una fuga dalle responsabilità perchè questo significa non votare, noi che fatichiamo ad avere voce non possiamo permetterci di non averla!  Un famoso cantautore scrisse"la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione" senza voto non partecipiamo e la nostra voce di donne  non potrà essere sentita, neanche se gridassimo....
Votare non è solo un diritto, ma un dovere, per questo Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria vi dice "ROMANE ANDATE A VOTARE" e votate per Gianni Alemanno: NOI STIAMO CON GIANNI ALEMANNO!
La Presidente
Angela Ronchini

lunedì 27 maggio 2013

VERGOGNARSI DI ESSERE UOMINI!

VERGOGNARSI DI ESSERE UOMINI.
"L'uccisione di Fabiana Luzzi, la ragazza di sedici anni, bruciata viva a Corigliano Calabro dal fidanzato, ci aiuta a provare un sentimento nuovo: la vergogna di genere. Sì, ci si può vergognare di essere maschi. Il sacrificio di questa ragazza non è che l'episodio più recente, più odioso, di una catena infinita di violenze che hanno messo a nudo un modo di essere, malato, profondamente malato, che coinvolge troppi uomini ed una cultura. Poi c'è la politica, quella che dovrebbe cambiare le cose. E anche lì l'impegno civile che ha mosso generazioni di donne (gli uomini stanno a guardare) sembra spento. Le cose più concrete, per tutelare le donne dalla violenza degli uomini, le ha dette (in attesa dei fatti) Anna Maria Cancellieri, un generoso poliziotto prestato alle istituzioni. Per la prima volta nella storia repubblicana, alle elezioni, i cittadini hanno potuto rispettare il voto di genere, con la doppia preferenza uomo-donna, ma nessuno se n'è accorto. Non uno spot, non una campagna da civiltà-progresso. Qualcosa, forse, anche nell'impegno delle donne in politica rischia di spegnersi. Perché la corsa al potere, ad un seggio, ad un incarico, in Parlamento, in Regione o al comune, ha lo stesso segno, donna o uomo che sia. E rischia di cancellare le ragioni di un impegno. E allora cerchiamo di riaccenderle assieme queste ragioni. Per salvare delle vite. Per non arrenderci ad un paese incivile." di Daniele Bonecchi.
Concordo con chi scrive: l'ho sempre detto....peer battere la violenza culturalmente ci vogliono esempi positivi,ci vogliono pene severe, ma soprattutto donne al potere..e questa è ancora una lunga strada da percorrere, perchè, nonostante tutto gli uomini non lo vogliono e cercano in ogni modo di limitare i danni.....

mercoledì 15 maggio 2013

E MILANO CONDANNA BERLUSCONI, MA PERDONA CHI PICCHIA LE DONNE!

Milano - Le donne, quelle picchiate, violentate, perseguitate, sono da tempo sulla bocca di tutti. Bene, si dirà. Quando però chiedono giustizia, i conti non tornano.
Il procuratore Edmondo Bruti Liberati
A Milano meno che altrove. Qui più della metà delle denunce che arrivano sul tavolo della Procura merita, secondo i pm, niente di meglio dell'archiviazione. A dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che certi processi fanno scalpore e quindi valgono centinaia di migliaia di ore di indagini. Altri casi invece non valgono neppure l'apertura di un fascicolo.
A denunciarlo è la Casa delle donne maltrattate di Milano (Cadmi), che dal 1988 assiste le donne vittime di violenza. Gli avvocati dell'associazione hanno spulciato i dati della Procura e del Tribunale di Milano. Si sono concentrate (sono tutte donne) sui reati di stalking e di maltrattamenti in famiglia. Scoprendo una «prassi poco virtuosa»: quella di cercare in tutti i modi di archiviare le pratiche. Vediamo i numeri. Dal 2009 al 2012 le denunce arrivate in Procura per stalking sono più che raddoppiate (da 430 a 945) e non solo in virtù del fatto che il reato di atti persecutori è stato introdotto proprio nel 2009. Anche le iscrizioni per maltrattamenti sono aumentate: da 1.318 nel 2009 a 1.545 nel 2012. Che fine hanno fatto queste denunce? Sono finite per lo più nel cestino.
Decisamente ridotto è il numero delle misure di custodia cautelare in carcere chieste dai pm nei procedimenti per maltrattamenti in famiglia: nel 2012 su 1.545 iscrizioni le richieste sono state 106. Non solo. Per tutelare l'incolumità delle vittime esistono misure specifiche e più garantiste rispetto alla custodia in carcere. Ma anche queste strade sono poco battute, segno che questi reati suscitano uno scarso allarme in sede giudiziaria. La vera nota dolente per la quale le legali dell'associazione puntano il dito contro la Procura è però l'aumento «esponenziale» negli ultimi anni delle richieste di archiviazione. Per lo stalking lo scorso anno sul totale di 945 denunce le richieste di archiviazione sono state 512 e le effettive archiviazioni del gip 536. Peggio per i maltrattamenti. Le iscrizioni sono state 1.545, le richieste di archiviazione ben 1032 (circa i due terzi), di cui 842 sono state accolte. «Gli organi inquirenti milanesi - si legge nella relazione Cadmi - banalizzano e derubricano sempre più spesso la violenza domestica a semplice “conflittualità familiare”. Tale definizione, abusata e usata in modo acritico, non fa che occultare il reale fenomeno della violenza, sottovalutando la credibilità di chi denuncia i maltrattamenti». E mettendo a rischio la vita delle donne. Non c'è da stupirsi se le vittime decidono di rivolgersi alla giustizia solo in minima parte. Tre su dieci, secondo l'esperienza diretta dell'associazione. «La denuncia non appare alle donne uno strumento utile per uscire dall'incubo - sottolinea Manuela Ulivi, presidente di Cadmi - Anzi, spesso è il momento di maggior rischio per loro». Francesca Garisto, legale della Casa delle donne maltrattate, commenta questi dati «allarmanti»: «La Procura di Milano ha l'esigenza di sfoltire il carico di lavoro, le indagini richiedono risorse. E la tendenza per i reati analizzati è quella di chiedere l'archiviazione, spesso de plano, cioè senza alcun atto di indagine, anche in presenza di denunce molto dettagliate. I pm si fanno addirittura un vanto della “capacità” di archiviare molti casi. Se l'archiviazione non va in porto propongono vie alternative a quella giudiziaria, come la mediazione tra le parti. Soluzione che la Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne definisce inefficace e pericolosa».
Le richieste di archiviazione per stalking a fronte di 945 casi. Il dato è relativo al 2012
Le archiviazioni 2012 per il reato di maltrattamento in famiglia. Le richieste di archiviazione sono 1.032
Le richieste di custodia in carcere per maltrattamenti in famiglia nel 2012 a fronte di 1.545 denunce
da Il Giornale di Cristina Bassi

martedì 19 marzo 2013

GRAZIE! GRAZIE! GRAZIE!

Oggi 19 Marzo 2013, si insedia la Giunta relativa alla X Legislatura di Regione Lombardia,
Giunta che segnerà non solo la fine di un epoca, ma la prima volta che in Regione Lombardia si avrà una Giunta PARITARIA, ossia composta nel suo insieme da un numero pari di uomini e donne.
Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria festeggia oggi una grande vittoria in una battaglia iniziata nell'ormai lontano Giugno 2010: oggi ha vinto quel 51,87 di donne lombarde che finalmente avranno adeguata rappresentanza in sede di Governo.
Le donne di Articolo 51, che tra l'indifferenza ,il sarcasmo e lo scetticismo, per prime hanno iniziato quella lotta “andando per Tribunali”, che ha portato a convincere, se non costringere, il Governatore a comporre una Giunta Paritaria , vogliono ringraziare pubblicamente quante e quanti a questo successo hanno portato, ricordando, però, che la strada è ancora lunga, perché, nonostante l'alternanza di genere obbligatoria nelle liste, pur raddoppiando il numero delle Consigliere elette, ancora siamo a un 63 a 16 per gli uomini.
Grazie, innanzitutto, al Governatore Maroni che non solo ha recepito e applicato le norme, ma ha capito l'importanza del cambiamento e la qualità che le donne possono apportare col loro lavoro; grazie alla Prof.ssa D'Amico che ha creduto in noi, donne berlusconiane, e nella nostra battaglia; grazie all'Avv. Massimo Clara che da uomo si è battuto per le donne nei vari gradi di giudizio; grazie alle prime sostenitrici della nostra battaglia  donne di qualità provenienti dalla Lega e dal PDL: Clara Modena Rinaldo, Monica Rizzi e l'On. Tiziana Maiolo, che, da dietro le quinte, hanno combattuto con noi nei momenti cruciali risultando determinanti; grazie alle donne di tutte le Associazioni femminili che, seppur scettiche in un primo momento, hanno saputo superare gli steccati ideologici, per arrivare ad un risultato storico e che, probabilmente, non ci sarebbe stato senza il loro sostegno; grazie all'Avv. Alesso che ha avuto il coraggio del primo ricorso; un grazie particolare a Donatella Martini Presidente di DonneinQuota che, in un mio momento di sfiducia, ha trovato le parole perché continuassimo la battaglia; grazie a Monica Guarischi, prima avanguardia dell'oggi con le deleghe alle PO; grazie a Ombretta Colli, Valentina Aprea, Margherita Peroni, Carolina Pellegrini, che hanno coraggiosamente rinunciato a posizioni prestigiose e di potere, per rendere visibile l'importanza delle donne per Regione Lombardia; grazie ai miei figli per avermi sostenuta e sopportata ; grazie alle euro parlamentari Comi e Ronzulli per aver dato voce alla lotta; grazie all'On. Centemero per averci aiutate a controllare che le nomine fossero giuste; grazie alla giovane Elena Paganelli che si è messa in gioco per un'eventuale nomina; grazie all'amica Assessora Ileana Zacchetti; grazie ad Elena Mento per averci aiutato coi comunicati stampa....grazie, grazie ,grazie....da oggi, unite riprende la lotta, perché si è vinta una battaglia , non la guerra!
Infine un grazie doveroso va anche al Sen. Formigoni, che ha perso, è vero, ma senza la sua Giunta del 15 a 1 non avremmo il 7 a 7 odierno.
Un grazie Senatore anche perché Lei ha ammesso la nostra vittoria ancor prima della sentenza: il 17 Aprile 2012 Lei dichiarò:” che aveva raggiunto la certezza che la sua giunta sarebbe stata abbattuta per la questione delle quote rosa”....ci riconobbe, infatti, la giustezza della nostra battaglia.
Ora ci aspettiamo grandi cose dalle donne e dagli uomini di questa Giunta: non deludeteci!
GRAZIE!
La Presidente
Angela Ronchini


Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria
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venerdì 15 marzo 2013

LETTERA AL GOVERNATORE MARONI

Questa nomina, della Ferrari, non s'ha da fare!

ASSOCIAZIONE ARTICOLO51
Laboratorio di Democrazia Paritaria
Iscritta Albo Regionale Lombardia Num. 424


Venerdì 15 Marzo 2013


Egregio Governatore ,
Preferiamo chiamarLa Governatore perché sappiamo essere la Lombardia Regione da Governo e non da Amministrazione.
Noi donne di Ass. Articolo51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, ci rivolgiamo direttamente a Lei per esprimerLe alcune nostre perplessità su nomi e nomine circolati nelle ultime ore.


Nel ringraziarLa per l'impegno pubblico, che siamo certe non disattenderà, di formare una Giunta equilibrata nei generi, osiamo chiederLe di andare oltre.


Sappiamo che è Sua ferma volontà dare un segnale di innovazione, seppur nella continuità, con il regno del Governatore Formigoni, introducendo nuove e più trasparenti regole, proprio dal formarsi della Giunta.


Lei ha il privilegio di essere il primo a portare la democrazia paritaria tra i vetri di Palazzo Lombardia, anche se a causa di una sentenza imprescindibile del CdS, dando finalmente alle donne lombarde una rappresentanza non solo politica, ma istituzionale.


E' la Sua Lista che ha contribuito grandemente a portare le Consigliere dalle sei delle precedente legislatura alle 15 attuali, per cui Le chiediamo di dare degna rappresentanza al 51,67 % dell'elettorato lombardo, perché quel numero siamo noi donne!


Sappiamo che Lei deve muoversi negli stretti corridoi degli accordi di coalizione, ma sappiamo anche essere Lei persona ferma e determinata: eccoci allora a chiederLe di rifiutare la nomina della Sig.ra Paola Ferrari, perché siamo stanche, dopo il lungo, faticoso, stressante lavoro svolto per dimostrare di non essere “bambole da pettinare” , di dover,ancora una volta, essere messe alla berlina per l'ennesima nomina proveniente dal mondo della televisione.


Rispettiamo e riconosciamo ad ogni donna il valore nel suo campo specifico, non discriminiamo ,non giudichiamo, ma siamo donne e pretendiamo molto di più per noi stesse e da chi deve rappresentarci.


A nessun uomo calato in politica ,anche i ruoli importanti, sarà mai rimproverata la sua provenienza, ma a noi donne sì, per questo vogliamo siano tenuti in conto professionalità, competenza merito.


Crediamo che tra le donne dei partiti di coalizione ci siano talenti e competenze migliori a rappresentarci in questo momento storico per Regione Lombardia che vede la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova era.....2.0!


La Democrazia Paritaria è ancora una stradina all'inizio della sua pavimentazione, ma per costruirla dobbiamo essere insieme, uomini e donne, uniti e concordi: non ci faccia iniziare questa nuova era con uno scontro che non farebbe bene né a noi né a Lei che ha ben altre sfide cui lavorare.
Questa nomina “non s'ha da fare” : contiamo su di Lei, come contiamo su di Lei per introdurre, ancora una prima volta, un tavolo, se non una delega, alle Politiche di Genere che altro sono dalle PO ,dal Welfare, dalla conciliazione dei tempi.


Abbiamo molta fiducia in Lei: La sosterremo in ogni Sua scelta con forza e determinazione, ma potremmo farlo solo se non saremo impegnate a dover difendere l'ennesima nomina di donna "particolare".


Grazie e ci auguriamo di poterLa incontrare presto per esprimerLe ancora la nostra soddisfazione nel recepire e applicare una Giunta Paritaria.


La Presidente
Angela Ronchini




giovedì 14 marzo 2013

SIAMO DONNE,NON SIAMO UOMINI!

COMUNICATO STAMPA

Oltre le gambe c'è di più!

 

 

Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria nell'esprimere la sua soddisfazione nel concretizzarsi della Giunta di Regione Lombardia  ,finalmente, “molto rosa”, a dimostrazione che le battaglie per la parità di genere intraprese fin dal 2010, andando per Tribunali, hanno prodotto un primo, concreto passo lungo la strada per una vera e piena applicazione di una Democrazia Paritaria compiuta, non possono, però, esimersi dall'esprimere perplessità su alcuni nomi di candidate che dovrebbero rappresentare nel governo regionale le donne che con fatica, sacrificio, anche economico, nell'indifferenza generale, a questo risultato hanno portato.
Consapevoli che la nostra è al momento, una guerra di occupazione di posizioni nei luoghi del decidere, non possiamo,però, rinunciare ad essere differenti, appunto donne, privilegiando merito, competenza, esperienza.
Ben sapendo che le scelte al maschile spessissimo, non rispondono a questi criteri, che del resto non vengono mai richiesti alla politica degli uomini, noi donne pretendiamo di più da noi stesse e dagli altri, soprattutto, noi donne di centrodestra che, con la nostra battaglia abbiamo conquistato la stima e il rispetto delle donne di opposizione e delle associazioni femministe, cambiando il concetto di donne belle, ma vuote di cervello,bambole da pettinare non possiamo, ancora una volta, vederci rappresentate da donne che vengono dal mondo dei media.
Rispettiamo e consideriamo capaci e meritevoli di una possibilità, tutte le donne, ma “oltre le gambe c'è di più” e siamo sicure che altre professionalità e competenze potranno essere espresse dai partiti di coalizione.
Certe della competenza che le donne di questa Giunta dovranno dimostrare a conferma della veridicità e necessità per un miglioramento e cambiamento sostanziale nel Governo di Regione Lombardia con la loro presenza e con il loro lavoro, chiediamo di essere rappresentate da donne in grado di affrontare questa sfida, che è vitale per proseguire sulla strada della Democrazia Paritaria e delle Politiche di Genere.
SIAMO DONNE, NON UOMINI!
 
 
La Presidente
Angela Ronchini


 

venerdì 8 marzo 2013

8 MARZO: NIENTE MIMOSA, VOGLIAMO SOLO RISPETTO!

LA MIMOSA NON LA VOGLIO

La mimosa non la vogliamo. No, quest’anno tenetela per voi, non la cogliete. Lasciatela crescere libera, come dovrebbero e vorrebbero fare le nostre donne. Donne che conoscono profondamente quanto dolore si prova ad essere strappate dalla vita e dalla dignità. Donne che dietro il vetro della finestra ormai non si aspettano più di vedere la pioggia che lentamente cade, ma gli occhi di colui che brama per dilaniarne corpo, anima e futuro. Donne che hanno capito, loro malgrado, che sempre da sole dovranno combattere, perché una legge per difendere loro, e solo loro, ancora non c’è. Donne che l’8 marzo lo passano a lavorare, negli ospedali, nelle carceri, nelle case di cura, con gli anziani, con i bambini. O magari con qualcuna di loro che ha visto la morte in faccia e ora non ricorda più nemmeno il suo nome. Si è nascosta anche a sé stessa, tanta la paura di essere trovata. La mimosa è un simbolo che non vogliamo riconoscere, perché retaggio di una mentalità che non ci appartiene, di un vetero-femminismo che non può sopravvivere senza donne da salvare, che fa di tutto per mantenere in vita la paura e non spezzare la catena. Che non collabora con gli uomini ma ne rende l’aggressività sempre più marcata, relegandoli tutti nello stesso recinto, in cui la contaminazione della brama di possesso è inevitabile. Riflessione profonda si, ma non regali né cene, né odiosi riti di compiacimento della propria solitudine. Perché ogni nota suonata è un grido di dolore inascoltato. Ogni briciola sul tavolo è un pezzo di libertà che si sgretola. Ogni mimosa strappata alla terra è una donna che se ne va.

di Souad Sbai 

mercoledì 6 marzo 2013

DOPO LA GIUNTA PARITARIA, INVITIAMO IL GOVERNATORE MARONI AD ANDARE ANCORA OLTRE.....

LEGALITA’, MERITO E  INNOVAZIONE  

UN SEGNALE PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
by Ileana Alesso Estratto da Arcipelago Milano  www.arcipelagomilano.org  5 marzo 2013
 
Legalità, merito e innovazione. Questo è il pensiero emerso alla lettura della dichiarazione del Presidente Roberto Maroni che ieri ha annunciato la costituzione … della giunta regionale lombarda riducendo il numero degli assessori e nominando uomini e donne in pari numero e grado. 
 
Dopo la pronuncia dei giudici amministrativi che si sono occupati della giunta regionale … del Presidente Formigoni, il rispetto della legalità, la valorizzazione della meritocrazia e la innovazione per lo sviluppo attengono ad ogni ambito ma soprattutto alla pubblica amministrazione che ha   8.100 Comuni, 120 Province e 20 Regioni ….   In tema di legalità  la giunta del Presidente Formigoni aveva collezionato  una storica sentenza del Consiglio di Stato e una bacchettata dal Tar… che ora costituiscono ineludibili linee guida per il Presidente Maroni per le imminenti designazioni nell’organo esecutivo della Regione e negli organi, di gestione e di controllo, delle oltre duecento (e forse più …) società, fondazioni, istituzioni dell’Ente Regionale.
 
 
La sentenza del Consiglio di Stato (Sezione V, n. 3670/2012), pronunciata per violazione del riequilibrio di genere  nella giunta regionale lombarda composta da 15 uomini e 1 donna in violazione già delle stesse norme statutarie della regione medesima, ha ricordato alla politica che le designazioni politiche rimangono assoggettate al controllo di legalità dei cittadini e dei giudici. La discrezionalità,  ha ricordato il giudice amministrativo, ha un limite. Vi è ovviamente una scelta effettuata su un rapporto di fiducia ma nell’ambito delle norme vigenti che impediscono  che la discrezionalità si trasformi in arbitrarietà e impunità,  personale e di casta.
 
 
Come componente del gruppo di avvocati che ha curato la causa al Tar e al Consiglio di Stato mi fa piacere ricordare che quel principio di legalità pronunciato per la giunta regionale è divenuto operante dall’agosto del 2012 anche per  le società partecipate degli enti locali e territoriali, con l’entrata in vigore della legge golfo mosca,  e costituisce un inequivoco avviso ai naviganti approdati a Palazzo Lombardia dopo l’esito elettorale  perché nell’interesse pubblico siano costituite squadre miste, unanimemente individuate come il mix migliore per più soddisfacenti innovazioni e risultati specie in ambito pubblico istituzionalmente preposto ad occuparsi del bene comune.
 
 
In tema di merito quel che invece rileva non è il dato biologico di entrambi i generi che costituiscono le squadre miste ma le competenze, i curricula e, non ultimo i requisiti personali oltre che professionali di coloro che vengono designati. Se per  gli appalti  pubblici debbono essere presenti entrambi i requisiti  lo stesso è da pretendersi per le designazioni … di chi a sua volta stipula contratti e patti in nome della comunità    
 
 
In tema di innovazione, che ovviamente non riguarda il solo soggetto designante, … il Presidente della Regione,  il Consiglio Regionale o la Giunta, la questione attiene  a  un diverso atteggiamento dei partiti che tali nomine  propongono, a nuova modalità della gestione della cosa  pubblica, alla imparzialità ed efficacia della azione amministrativa e  quindi ai conseguenti risultati che così si possono raggiungere a favore della collettività.   

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STALKING O VIOLENZA? L'ILLUSIONE DI UNA LEGGE CHE NON C'E'......

Redazione Almaghrebiya.it/Donna
Persecuzione, appostamenti, caccia alla donna, sevizie, minacce, violenze psicofisiche, morte. Ecco cosa vive una donna vittima di quello che erroneamente ma troppo comunemente viene chiamato ‘stalking’. Quando in realtà un’aggettivazione esterofila poco serve a definire un fenomeno che vede in opera tutta una serie di comportamenti che tendono a costruire una vera e propria gabbia persecutoria nei confronti di una donna. Da Codice Penale, gli atti persecutori tendono a “generare angoscia ed ansia a tal punto da ledere il normale svolgimento di ogni attività quotidiana”. È il tentativo, in molti casi subdolo, in altri più diretto, di esercitare un controllo sempre più oppressivo e totalizzante nei confronti della vittima prescelta. Che molto spesso ci rimette la vita. Sono tante le storie, drammaticamente devastanti, che riguardano le donne italiane e straniere che sprofondano in questo incubo, ma è ancora più allarmante ciò che dicono i dati. Duemilasessantuno le donne morte dal 2000 al 2011, sette su 10 in ambito familiare, 607 mogli, 207 ex, e la metà morte novanta giorni dopo aver troncato una relazione, solo il 9,8% è attribuito ad un raptus. L’indagine “Il femminicidio in Italia nell’ultimo decennio. Dimensioni, caratteristiche e profili di rischio” redatto dall’Eures in collaborazione con l’Ansa, rileva che nel 2011 sono stati il 30,9% degli omicidi totali: la percentuale più alta dell’ultimo decennio. Da tre anni, a leggere le tabelle, si riscontra una recrudescenza del fenomeno.
Ed è solo la punta dell’iceberg. La dinamica dei fatti è terrificante. Quando una donna ha a che fare, suo malgrado, con un ex compagno o marito che fa del possesso morboso la sua ragione di vita, la strada è pressochè obbligata. Nonostante alcune ‘pseudo-guide’ o ‘vademecum’ vogliano o tentino di dare dei consigli, non c’è modo di sfuggire alle ‘attenzioni’ di un uomo che vuole distruggere la tua vita. Che vuole prendersi la tua vita, con le buone o con le cattive. Pensi di averlo seminato dopo averlo denunciato e invece lo hai dietro la porta, pensi di averlo perso dietro di te quando cambi città ma il giorno dopo è davanti ai vetri della tua finestra, pensi che i tuoi guai siano finiti quando i Carabinieri lo ammoniscono ma non sai ancora che la sua vendetta per essere stato scoperto sarà devastante. Non c’è notte e non c’è giorno in cui i suoi occhi e le sue parole non ossessionino la tua vita. E magari anche quella dei tuoi figli, che ancora non hanno capito quanto presto dovranno trovarsi faccia a faccia con il dolore e forse con la perdita.
Ad oggi lo stalking, o meglio il reato di ‘atti persecutori’, è un fenomeno che cresce esponenzialmente, grazie anche all’avvento dei social network, che hanno di fatto esposto la persona ad una pubblicità che in altri tempi ben si sarebbe evitata. Ed ecco che agli sms si aggiungono le mail, i messaggi privati, le minacce online che ben presto diventano la punta di un coltello o il calcio di una pistola. Cambiare abitudini, cambiare orari, cambiare casa, guardarsi alle spalle non serve, perchè lui, lì dietro, c’è sempre e non stacca mai gli occhi dalla nostra quotidianità, per individuare la falla, il buco entro il quale inserirsi magari solo per parlare, ma assai più spesso per uccidere. La domanda che oggi ci facciamo e che le donne ormai iniziano a farsi da un po’ di tempo, passati quattro anni dall’approvazione dell’articolo 612 bis del Codice Penale, chiamato in maniera inappropriata ‘legge sullo stalking’: questa legge ci può ancora difendere o c’è bisogno di uno scatto in avanti? Subiamo stalking oppure dobbiamo parlare, come è ormai chiaro, di violenza? A quando una vera legge contro chi minaccia, molesta, offende e massacra una donna?
www.stalking.it06.44246573

domenica 3 marzo 2013

RINNOVIAMO VERAMENTE: BASTA AI DOPPI INCARICHI!

ELEZIONI: CENTEMERO (PDL), ORA DI DIRE BASTA A DOPPI INCARICHI
(AGI) - Roma, 2 mar. - "E' arrivato il momento di dire basta ai
doppi incarichi". E' quanto si legge in una nota di Elena
Centemero, parlamentare del PdL. "Uno dei dati politici piu'
significativi di queste elezioni - si legge nella nota - e'
senz' altro la forte richieste di cambiamento, di rinnovamento e
di trasparenza che emerge dal voto".
   "Dopo gli scandali dei vari Lusi e Fiorito - aggiunge - si
e' manifestata tutta la giusta indignazione dei cittadini verso
un modo distorto di intendere la politica, come tornaconto
personale anziche' come mezzo per tutelare il benessere della
collettivita'". (AGI)
Red/Mgm  (Segue)

ELEZIONI: CENTEMERO (PDL), ORA DI DIRE BASTA A DOPPI INCARICHI (2)
(AGI) - Roma, 2 mar. -"Nostro compito - continua Centemero -
e' ora quello di dimostrare che questa legittima protesta non
deve necessariamente risolversi nel sostegno a formazioni
populiste e antisistema ma puo' essere raccolta e fatta propria
da movimenti politicamente responsabili e strutturati".
   "Per questo chiedo con forza che si cominci a dare un
segnale forte a partire dalla Regione Lombardia - conclude -
non solo con la previsione di una Giunta composta al 50% da
donne ma anche imponendo una scelta tra il ruolo in Giunta e
quello in Consiglio regionale. E' arrivato il momento di dire
basta ai doppi incarichi". (AGI)

sabato 2 marzo 2013

ECCO PERCHE' NON FESTEGGIAI L'OBBLIGATORIETA' DELL'ALTERNANZA DI GENERE!

"La Lombardia avrà in consiglio regionale 15 donne su 80 eletti: poco meno del 19%. Nel Lazio sono donne solo nove consiglieri su 50: 18%. Nonostante le promesse, le signore non entrano nelle assemblee delle regioni. Va meglio in parlamento: alla Camera le donne sono passate dal 21 al 32 per cento. In Senato dal 19 al 30.

Dubbio: alle donne converrebbe tenersi il Porcellum con le liste decise direttamente dai partiti. Le quote rosa in questo caso sarebbero garantite se non altro per motivi di immagine. E il posto nelle assemblee rappresentative sarebbe garantito. Quando invece ci si affida alle preferenze, le promesse sono tante e i risultati pochi. Il sospetto è che le donne vengano sì messe in lista. Ma poi non siano sostenute quanto meriterebbero. Al danno, poi, si aggiunge la beffa. A quelle che si lamentano viene risposto: “Tutta colpa vostra, le donne non votano le donne”. Dimenticando che il punto è far scattare una rete di promozione per i candidati migliori. Donne comprese.

Quando si va a vedere quante donne hanno portato nei consigli regionali i singoli partiti, le sorprese non mancano. Prendiamo la Lombardia. Il Pdl ha eletto 1 donna su 19 (5%). Il Pd 2 su 17 (11,76%). Il Patto civico per Ambrosoli presidente 1 su 5 (20%). I risultati migliori vengono dalla Lista Maroni (4 su 12, il 33%), dalla Lega Nord (3 su 15, il 20%) e dal Movimento 5 stelle (3 su 9, il 33%). Deludente il risultato del centrodestra. Ma lascia l’amaro in bocca anche quello del centrosinistra, che ha espresso in tutto 3 donne su 22 consiglieri, appena il 13,5%.

Nel Lazio la situazione è simile. Le donne sono solo 9 su 50 consiglieri. E le poche che sono entrate devono dire grazie al M5S o al listino Zingaretti. Pd e Pdl non ne hanno eletta nessuna." (Fonte la 27esima ora)

Quando una persona che stimo moltissimo, urlà la sua gioia per la conquista dell'obbligatorietà di genere nelle liste per Regione Lombardia, espressi tutta la mia èperplessità, ne constatai l'inutilità all'interno del PDL, subbenmdo anche attacchi per essermi rifutata di fare la riempi lista. Ebbene ecco che le mie perplessità si sono concretizzate, compreso che il Coordinatore non può essere attaccato: la la legge è stata rispettata, ma le donne non hanno consenso. La coscienza è a posto.
Per questo noi abbiamo bisogno della doppia preferenza di genere unitamente all'obbligatorietà di una quota fissa di elette, solo così potremmo portare più donne in politica, solo così i partiti saranno costretti ad investire, anche come risorse finanziarie, sulle donne. Se nella possibile nuova legge elettorale nazionale, non si garantiranno questi obblighi, con la riduzione del numero dei parlamentari...noi pagheremo lo scotto più grande ..e dando scusanti inattaccabili alle segreterie di partito. Basti pensare che per ottenere una Giunta al 50% rosa in Lombardia sono stati necessari tre ricorsi e una sentenza epocale al Consiglio di Stato, più una del Tar Salerno, senza sottolineare che comunque arriva con un Governatore proveniente dalla Lega, da sempre considerata maschilista....perchè coi "duri" si tratta e si ragiona, coi " noi valoriziamo", " noi stimiamo"....si rimane sempre.....stimate ,ma fuori!
Angela Ronchini
Presidente Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria

giovedì 28 febbraio 2013

FINALMENTE IN LOMBARDIA NASCE LA DEMOCRAZIA PARITARIA

COMUNICATO STAMPA



Le donne di Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, si congratulano col neo Governatore Maroni, non soltanto per la vittoria , ma per aver creduto nelle donne come motivo di cambiamento, innovazione, trasparenza. Infatti constatiamo che per la prima volta in Lombardia al Consiglio Regionale dalla coalizione di centrodestra arrivano ben 10 donne, di cui otto dalle liste della Lega e Lista per Maroni. Questo ci fan ben sperare che Regione Lombardia sia veramente avviata alla chiusura di un'epoca e alla nascita di una nuova era ,in cui anche le donne Lombarde avranno la loro rappresentanza numericamente concreta nell'Assemblea elettiva della Regione motore socio-economico dell'intero Paese Italia.
Attendiamo fiduciose che il Governatore Maroni mantenga l'impegno preso di una Giunta Paritaria, senza costringerci ad “andare per tribunali”, suggerendogli di tenere presente il buon lavoro delle donne che nell'ultimo scorcio di legislatura hanno lavorato in Giunta per il buon governo della nostra Regione non solo per le loro capacità e meriti, ma anche e ,soprattutto,perchè hanno saputo lavorare in e per la squadra, essendo certe che anche nella sua Presidenza sapranno recepire e gestire al meglio incarichi rilevanti, nell'interesse comune e non personalistico.
Per concludere proponiamo al Governatore di dare un ulteriore primato alla Lombardia ,istituendo un Assessorato alle Politiche di Genere, che metta definitivamente in soffitta l'ormai obsoleta delega alle Pari Opportunità, per aprire un nuovo percorso che, partendo proprio da Regione Lombardia, porti ad una vera e compiuta Democrazia Paritaria.
 
La Presidente
Angela Ronchini

Per contatti:
Tel. 0289778754
Cell.3349455338
Segreteria: mnatalini@ymail.com
ass.articolo51@yahoo.com

giovedì 21 febbraio 2013

CARO GALLERA, ESISTONO ANCHE ECCELLENTI CANDIDATE CANDIDATE: VALENTINA APREA!

Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria,  leggendo l'intervista  Coordinatore Cittadino, seppur al momento sospeso, e Candidato al Consiglio Regionale Giulio Gallera, apparsa questa mattina su Affaritliani.it non può far altro che sottolineare che tra i tanti candidati maschi che si pregia di nominare come capaci e di qualità, non ha menzionato una sola candidata femmina, in perfetto spregio della parità di genere e della considerazione del voto femminile.
Ass. Articolo 51 ha apprezzato le dichiarazioni del Candidato Governatore Maroni e l'impegno pubblico da lui preso per la composizione, in caso di vittoria, di una Giunta al 50% rosa, ma è ancora in attesa che il Candidato Consigliere, che tanta attenzione e sensibilità mostra nei confronti dei candidati uomini, firmi o almeno commenti il preciso appello che le donne di Articolo 51 hanno rivolto a tutti i candidati e capilista della coalizione  PDL.
Ricordano, inoltre, al Candidato Gallera che almeno una donna  nella lista di Milano e provincia, ha le stesse competenze , gli stessi meriti, le stesse potenzialità, se non maggiori, dei candidati da lui nominati: è l'attuale Assessora a Istruzione , Cultura, Formazione VALENTINA APREA,  che Associazione Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria ha deciso di sostenere ,non soltanto in quanto donna, ma per la sua competenza e conoscenza del mondo della scuola che sappiamo essere la porta del mondo del lavoro, l'officina per nuovi cittadini socialmente e culturalmente integrati e consapevoli.
Attendiamo dal Candidato Gallera un segnale del suo rispetto per la democrazia paritaria, ma non possiamo non essere preoccupate per quella che sarà la presenza rosa tra i consiglieri eletti della coalizione di centrodestra, ricondando, inoltre, al Candidato, che il voto rosa vale sempre doppio e donne votanti in Lombardia sono il 51,67% dell'intero corpo elettorale.
Fermo resta il nostro sostegno ,come donne, ovviamente, al PDL del Presidente Berlusconi.
La Presidente
Angela Ronchini

mercoledì 20 febbraio 2013

CONTRO GLI STEREOTIPI DELLA SINISTRA RACCOLTA FIRME DELLE DONNE PDL

Sono una donna, non sono una bambola

Siamo donne normali, donne che lavorano in casa o in ufficio o in fabbrica, donne che studiano o che cercano, a fatica, un impiego. Siamo le madri, le sorelle, le mogli e le figlie degli italiani. Il prossimo 24 e 25 febbraio voteremo per il presidente Berlusconi, e siamo stanche di essere considerate per questo donne di serie B, donne che si fanno sfruttare dagli uomini, “bambole”, come ha detto il segretario del Partito democratico, prive di cervello.
Abbiamo un cervello e abbiamo un corpo, eccome se li abbiamo, e non intendiamo rinunciare a nessuno dei due.
Non esistono le donne, così come non esistono gli operai o i giovani: continuare a pensarlo è un segno dell’arretratezza culturale del nostro paese. Ci sono tante singole donne, così come ci sono tanti singoli uomini, e ognuna ha una storia, una personalità, e una libertà da difendere. La specificità femminile è di genere (le donne partoriscono, gli uomini fecondano), non sociale o culturale o politica. Socialmente, culturalmente, politicamente ogni donna (come ogni uomo) è un individuo a sé.
E il primo motivo, il motivo fondamentale per cui abbiamo scelto di votare Berlusconi è proprio perché ognuna di noi vale per sé e perché la libertà concreta di ciascuna di noi è più importante di mille chiacchiere astratte sulla libertà di tutte.
Ci sono donne che pensano che ricevere un complimento sia una offesa, e ci sono donne a cui piace essere ammirate.
Ci sono donne che considerano stupidi gli uomini e li combattano e ci sono donne che sfruttano al meglio la stupidità degli uomini svestendosi in televisione.
Ci sono donne che fanno carriera perché sono brave e altre ancora che arrivano solo grazie alle “quote rosa”
Ci sono donne che considerano l’emancipazione un dovere, e altre felici di accudire alla propria casa, al marito e ai propri figli.
Ma ogni donna che sceglie liberamente, sceglie sempre la cosa giusta per se stessa
Le paladine e i paladini delle donne, che si autoproclamano tali senza aver ricevuto nessuna investitura, condannano col dito alzato la “donna oggetto” perché non riconoscono la “donna soggetto”. Non accettano che ciascuna scelga per sé. Esaltano alcuni modelli per deprecarne altri. Agitando la bacchetta di un moralismo amorale dividono le donne in buone e cattive, in modelli da seguire ad ogni costo e impresentabili da evitare come la peste.
Noi, però, non siamo d’accordo.
Per noi tutte le donne sono uguali, e ciascuna è diversa. Non giudichiamo nessuna perché non accettiamo di essere giudicate. Non disprezziamo nessuna perché sappiamo quanto sia faticosa, e complessa, e qualche volta dolorosa la vita di ciascuna di noi. Ci rispettiamo, e vogliamo rispetto. Per questo abbiamo deciso di votare convinte per il Popolo della Libertà. Abbiamo deciso di votarlo per la nostra libertà.
LE DONNE DI ARTICOLO 51 LABORATORIO DI DEMOCRAZIA PARITARIA ADERISCONO E SOTTOSCRIVONO L'APPELLO
LA PRESIDENTE
ANGELA RONCHINI

lunedì 18 febbraio 2013

REPLICA ALLA CANDIDATA FRANCESCA PANZARIN DELLA LISTA PER AMBROSOLI

Donne in giunta, risultato di centrodestra

Lunedì, 18 febbraio 2013 - 12:16:00
di Angela Ronchini,
presidente Associazione Articolo 51

Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria si sente in dovere di rispondere alla Candidata della Lista per Ambrosoli Francesca Panzarin, ricordandole che la Giunta Formigoni è stata cambiata per aumentare la presenza femminile, solo ed esclusivamente dopo un'ordinanza cautelare ottenuta dalla nostra Associazione che era ed è l'unica firmataria del ricorso prima al Tar Lombardia e poi del vincente appello in Consiglio di Stato.E' Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria che ha ottenuto una sentenza epocale per l'equilibrio di genere lo scorso 21 Giugno 2012 facendo dichiarare illegittima la Giunta del 15 a 1 uscita dalle elezioni 2010.
Va sottolineato che le donne che hanno ottenuto ciò sono tutte di ambito centrodestra/Lega. Siamo sicure che il Candidato Governatore terrà fede alla parola data, anche sottoscrivendo il nostro appello per il rispetto della democrazia paritaria, e grazie soprattutto alle battaglie di noi donne di centrodestra che non abbiamo avuto tema di impugnare chi avevamo sostenuto.
In quanto alle dichiarazioni del Presidente Berlusconi non ci sentiamo nè offese, nè umiliate in quanto sappiamo essere solo boutade, ricordiamo, invece, alla Candidata che il loro candidato si appresta ad un 'alleanza con l'UDC di Casini che è il partito che non ha praticamente rappresentanti al femminile e probabilmente con M5S di Grillo che ha allontanatio un 'Assessora solo perchè incinta ed emarginato tutte le donne che hanno avuto l'ardire di pensare in proprio!

Pubblicato su Affaritaliani.it /Milanoitalia

venerdì 15 febbraio 2013

LA TURCHIA DEL TERZO MILLENNIO!

Ataturk, conoscendo l'Islam, nel 1911 fondo uno Stato laico e ben separato dalla religione,oggi si rivolterebbe nella tomba grazie al ritorno del fondamentalismo di Erdogan che piano piano porta indietro nel tempo la Turchia: e noi vogliamo farla entrare in Europa?

domenica 10 febbraio 2013

APPELLO PER UNA VERA DEMOCRAZIA PARITARIA

Associazione Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, chiede un impegno pubblico al Candidato Governatore Roberto Maroni, ai Capo Coalizione di PDL e Lega Nord, a tutti i capilista delle diverse circoscrizioni di Camera, Senato e Regione dei partiti di coalizione perché si impegnino PUBBLICAMENTE:

- Una Giunta paritaria con pari rappresentanza di Assessori uomini e Assessore donna in Regione Lombardia
- una composizione numericamente paritaria di Ministri, Sottosegretari, Presidenti e Vice Presidenti di Camera e Senato, Presidenti e Vice Presidenti di Commissione di Camera e Senato, delle Commissioni Bicamerali


Profondamente deluse dalla composizione delle liste per le elezioni politiche nazionali e le elezioni regionali, per la scarsa presenza di donne con una vera possibilità di elezione al Parlamento e al Consiglio Regionale,
avendo constatato che, ancora una volta, il centrodestra crede nella democrazia paritaria di facciate e non applicativa, soprattutto in Regione Lombardia dove delle 40 candidate alla Camera solo 5 approderanno alla medesima, mentre nessuna è in posizione di eleggibilità per il Senato, parimenti alle candidate al Consiglio Regionale della Lombardia dove, per rispettare l'obbligatorietà di genere, sono state inserite donne tutte con scarsa possibilità di essere elette e di cui due soltanto, forse, approderanno nel porto di Palazzo Pirelli, le donne di Articolo 51, autrici di ben due sentenze epocali per l'equilibrio di genere, chiedono:
- Al Candidato Maroni di sottoscrivere e dichiarare pubblicamente il suo impegno a formare, in caso di vittoria, una Giunta Paritaria, con eguale numero di uomini e donne
- Ai Capo Coalizione per Camera e Senato e ai Capo Lista dei Partiti di Coalizione di sottoscrivere il medesimo impegno pubblico,
- Ai Candidati uomini eletti e alle elette di impegnarsi perché nei primi 100 giorni e di Governo Nazionale e di Governo Regionale si approvi la doppia preferenza di genere da affiancare alla obbligatorietà dell'alternanza in ogni possibile legge elettorale,
-Che il Candidato Governatore si impegni in una equa suddivisione degli assessorati perché la presenza delle donne possa incidere su un nuovo corso della Regione,
-Che il candidato Premier si impegni alla equa suddivisione degli incarichi istituzionali nel rispetto dell'equilibrio di genere,
- Che il Candidato Governatore si impegni alla nomina in alternanza uomo/donna nella presidenza e vice presidenza delle Commissioni e direzioni generali tanto da essere paritarie le presidenze di commissione, lo stesso dicasi per quelle governative.
- Che si impegni sia il Candidato Governatore che Premier a rispettare pedissequamente la composizione dei CdA degli Enti Pubblici ed a vigilare su quelli delle Società Quotate
- Che i vertici di Partito locali e nazionali sottoscrivano detto impegno

Le donne di Articolo 51 chiedono, inoltre, alle candidate tutte e ai candidati tutti di sostenere questo appello e farsene partecipi, perché la strada della DEMOCRAZIA PARITARIA è ancora molto lunga, ma è necessario percorrerla insieme aiutandosi e condividendola: SOLO COSI' POTREMO VERAMENTE REALIZZARLA .

Chiediamo, inoltre, che vengano istituito a livello regionale l'Assessorato alle Politiche di Genere e il Ministero delle Politiche di Genere dotandolo di tutti gli strumenti finanziari, economici, istituzionali, atti a poter agire per il raggiungimento di una vera Democrazia Paritaria
La Presidente
Angela Ronchini
Per contatti:
Uff. 0289778754
Cell.3349455338
Fax 0245508089
Mail: ass.articolo51@yahoo.com

sabato 9 febbraio 2013

COMUNICATO STAMPA

Associazione Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, chiede un impegno pubblico al Candidato Governatore Roberto Maroni ed a tutti i capilista dei partiti di coalizione perché si impegnino a formare una Giunta paritaria matematicamente di Assessori uomini e Assessore donna.
Profondamente deluse dalla composizione delle liste e a livello politiche nazionali che regionali, per la scarsa presenza di donne con una vera possibilità di approdo al Parlamento e al Consiglio Regionale, avendo constatato che, ancora una volta, il centrodestra crede nella democrazia paritaria di facciate e non applicativa, soprattutto in Regione Lombardia dove delle 40 candidate alla Camera solo 5 approderanno alla medesima, mentre nessuna è in posizione di eleggibilità per il Senato, parimenti alle candidate al Consiglio Regionale della Lombardia dove, per rispettare l'obbligatorietà di genere, sono state inserite donne tutte con scarsa possibilità di essere elette e di cui due soltanto,forse e diciamo forse, approderanno nel porto di Palazzo Pirelli, le donne di Articolo 51, autrici di ben due sentenze epocali per l'equilibrio di genere, chiedono:
  • Al Candidato Maroni di sottoscrivere e dichiarare pubblicamente il suo impegno a formare, in caso di vittoria, una Giunta Paritaria MATEMATICAMENTE
  • Ai Capolista dei Partiti di Coalizione di sottoscrivere il medesimo impegno pubblico
  • Ai Candidati uomini eletti e alle elette di impegnarsi perché nei primi 100 giorni e di Governo Nazionale e di Governo Regionale si approvi la doppia preferenza di genere da affiancare alla obbligatorietà dell'alternanza in ogni possibile legge elettorale
  • Che il Candidato Governatore si impegni in una equa suddivisione degli assessorati perché la presenza delle donne possa incidere su un nuovo corso della Regione
  • Che il candidato Premier si impegni alla equa suddivisione degli incarichi istituzionali nel rispetto dell'equilibrio di genere
  • Che il Candidato Governatore si impegni alla nomina in alternanza uomo/donna nella presidenza e vice presidenza delle Commissioni e direzioni generali tanto da essere paritarie le presidenze di commissione, lo stesso dicasi per quelle governative.
  • Che si impegni sia il Candidato Governatore che Premier a rispettare pedissequamente la composizione dei CdA degli Enti Pubblici ed a vigilare su quelli delle Società Quotate
  • Che i vertici di Partito locali e nazionali sottoscrivano detto impegno
    -Le donne di Articolo 51 chiedono, inoltre, alle candidate tutte e ai candidati tutti di sostenere questo appello e farsene partecipi, perché la strada della DEMOCRAZIA PARITARIA è ancora molto lunga, ma è necessario percorrerla insieme aiutandosi e condividendola: SOLO COSI' POTREMO VERAMENTE REALIZZARLA .
  • La Presidente
    Angela Ronchini
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giovedì 31 gennaio 2013

DPR QUOTE ROSA

  • 29/01/2013
  • Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPR sulle “Quote Rosa” nei vertici delle aziende pubbliche

Pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 28 gennaio 2013, il DPR 30 novembre 2012, n. 251, che obbliga le società a controllo pubblico a prevedere nei propri statuti che la nomina degli organismi di amministrazione e di controllo, ove a composizione collegiale, sia effettuata ''secondo modalita' tali da garantire che il genere meno rappresentato ottenga almeno un terzo dei componenti di ciascun organo'.
Per leggere il decreto in formato PDF vai al link:
http://www.lavoro.gov.it/consiglieranazionale

PER LA SENATORA ANNA FINOCCHIARO


Gentile Senatora,

Scrissi questo pezzo, poi pubblicato sui giornali locali e vari blog, all'epoca del braccio di ferro tra le assistenti di volo  e la nuova governance di Alitalia..era il settembre, se non ricordo male, 2008 al Governo il Presidente Berlusconi che fece di tutto per evitare che Alitalia fosse svenduta, insieme ai nostri contributi con le tasse, ai francesi come voleva il precedente Premier Prodi, ben uso a svendere i gioielli di famiglia italiani agli stranieri.
Ora dopo la Sua infelice ed altezzosa dichiarazione "Noi siamo Parlamentari della Repubblica , mica bidelle"...trovo che sia tornata attuale, dimostrando come certe categorie ben poco hanno da spartitre col quotidiano e la fatica del medesimo delle/gli italiane/i....

Allora dissi che "l'assistente di volo, no, non poteva paragonarsi a noi"..ora dico che preferisco le bidelle alle altezzose e snob Parlamentari della Repubblica!

Angela Ronchini
Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria



"Gli assistenti di volo non sono più importanti di altri lavoratori"

Intervento di Angela Ronchini


LADISPOLI - Ieri sera, per puro caso, ho assistito alla trasmissione di Rai3 “Ballarò” ed ho ascoltato allibita una dichiarazione che, alle mie orecchie, è suonata quanto mai arrogante ed inopportuna.
Si parlava, manco a dirlo, di Alitalia e nel corso del dibattito una elegante e truccatissima assistente di volo nella sua firmatissima uniforme verde, ha illustrato il perché non erano d’accordo con il piano Fenice della cordata Cai.
A suo dire oltre ad una riduzione del salario, il piano prevedeva una disponibilità a lavorare sette giorni su sette, impedendo alla graziosa assistente di volo una vita privata, dato che avrebbe dovuto spostarsi la dove la governance la mandava, a questo punto il conduttore ha avuto l’ardire di paragonare il lavoro dell’assistente di volo con quello di un comune,anonimo professore di Liceo a cui viene assegnata una sede periferica e lontana. Apriti cielo! Sdegnatamente la graziosa assistente di volo ha risposto: “ Io sono un a assistente di volo, non posso essere paragonata a nessun altro, io, in volo, devo badare alla sicurezza dei passeggeri! -ripetendo- io non posso paragonarmi a nessuno io sono un assistente di volo!”.
Non so gli altri, ma io sono saltata sulla sedia e, devo essere sincera una rabbia violenta mi ha invasa.
Qualcuno ha mai detto alla elegante assistente di volo che per poco più poco meno di € 1200 poliziotti, carabinieri, le forze dell’ordine tutte, a cominciare dai vigili urbani, vegliano sulla nostra e sulla sua sicurezza, ma rischiando la vita ogni giorno, 24 ore su 24, che spesso rimangono uccisi e alle famiglie non sempre vengono date le tutele degli operatori di volo Alitalia?
Qualcuno l’ha informata che medici,infermieri, insegnanti , ect. hanno a disposizione un normale giorno di riposo di 24 ore e non il giorno “alitalia” che ne dura 33? Qualcuno le ha detto che centinaia di ragazze italiane e straniere, per vivere,anzi sopravvivere, servono il caffè come fa lei, per €500-600 mensili ed a volte lavorano 10-12 ore al nero e senza tutele, naturalmente raggiungendo il posto di lavoro con i mezzi pubblici, i cui abbonamenti incidono non poco sul misero salario,NON accompagnate dall’autista ( che peraltro è un onesto lavoratore che rimarrà per strada)?
Qualcuno le ha detto che la perdita del suo posto, vale nell’indotto la perdita di due posti di lavoro, di persone che molto spesso, soprattutto se avanti con gli anni,sarà difficile collocare e non avranno tutele o i cosidetti ammortizzatori sociali?
Potrei andare avanti con gli esempi, ma quello che è importante dire che nell’Italia in cui le famiglie non arrivano alla terza settimana del mese, in cui i salari medi non sfiorano i € 1000, in un paese in cui tutti noi sopravviviamo, lottiamo per mettere insieme il pranzo con la cena, in cui padri e madri fanno anche due lavori per garantirsi il necessario, non possiamo e non dobbiamo provare emozione se un’assistente di volo non può avere una vita privata!
Il mio pensiero va a quei lavoratori che purtroppo perderanno il lavoro, a quegli operai che in altre situazioni non si sono visti offrire 7 anni all’80% di stipendio, che non avranno, grazie all’impossibilità di avere una vita privata dell’assistente di volo, a quei poliziotti morti perché vegliavano sulla nostra sicurezza, ai medici che operano non sempre in condizioni da “E.R.” all’impiegata delle poste, alla colf rumena che si alza alle 4 del mattino, ai soldati che difendono la nostra libertà dai terroristi, agli insegnanti che non avranno le stesse tutele del personale Alitalia, penso alle madri single che vita privata vogliono, ma spesso non possono avere, perché lavorano anche 12 ore al giorno…
No, gentile assistente di volo lei non può paragonarsi a queste persone, non glielo permettiamo, non perché lei sia diversa e più importante, ma perché lo siamo noi diversi: noi siamo l’Italia del lavoro e del sacrificio, l’Italia comune, no, gentile assistente di volo, lei non può paragonarsi a noi!

Angela Ronchini - Comitato delle Donne Ladispoli