mercoledì 15 aprile 2015

NON SOLO PADRI SEPARATI, MA ANCHE MADRI SEPARATE

Egregio Direttore,
Sono costretta ancora una volta a sottolineare la discriminazione cui vengono sottoposte le donne dalla linea "politica" del Suo giornale.
Ancora una volta si parla di problematiche dei padri separati, senza tenere in considerazione le stesse problematiche inerenti le madri, che soffrono disagi ancora maggiori in questa epoca di crisi.
L'articolo a firma Sonia Bedeschi apparso questa mattina, ancora una volta non rappresenta un quadro completo ed obiettivo e come sempre il maschilismo imperante in questo nostro sgangherato Paese , da voce solo agli uomini.
Seppur correlato al problema delle troppe attenzioni e privilegi agli immigrati, ormai troppi ed ingestibili, va sottolineato che a tanti padri separati corrispondono altrettante madri separate.
L'assegno di mantenimento viene percepito dalle mogli per i figli, non per se stesse, se lavoratrici, e non creda che 200/400 eu mensili servano alle madri per comprarsi pellicce e gioielli ed affamare i figli sfruttando gli ex mariti.
Quella cifra copre tutte le necessità dei figli che comprendono anche le quote di utenze varie, ossia luce, gas, trasporti o quelle non sono da considerare? Oltre a cibo vestiario medicinali ed attività varie.
La stessa giornalista fa notare che nel 2014 i suicidi/omicidi legati alle separazione sono 110 di padri e 20 di madri, ma non sottolinea che di quei 110 il 90% sono femminicidi di uomini che non hanno saputo o voluto accettare la fine di una relazione, mentre quei 20 suicidi sono di madri disperate incapaci di essere ascoltate o di trovare aiuti per i figli a fronte di padri spariti o che non pagano , magari fingendosi poveri , pur avendo macchine di lusso, sempre dono di qualcun altro.
Credo che il peso del dato sia completamente diverso.
Non è accettabile che non si dia mai l'altra versione dei fatti, per il semplice motivo che siamo donne e quindi necessariamente deve essere alimentato lo stereotipo della ex moglie sanguisuga e del povero marito sfruttato.
Spesso la ex moglie riceve un assegno di mantenimento, e già la parola è umiliante, perché ha dovuto abbandonare il lavoro per prendersi cura dei figli o degli anziani di famiglia o perché ha dovuto mettere la carriera del marito davanti alla propria.
Gestire una famiglia non è cosa semplice tanto che il nostro codice riconosce il lavoro casalingo e nell'ambito del matrimonio ,ognuno contribuisce secondo le proprie possibilità al benessere e al successo di quella che possiamo considerare una piccola impresa a conduzione familiare.
Crede sia semplice e facile essere "al lavoro" 24 ore su 24 365 giorni su 365 all'anno?
E' un terribile periodo di crisi e la crisi, le statistiche lo dimostrano, pesa sulle spalle delle donne tutte, non solo le mogli, certamente la perdita di potere d'acquisto dei salari, causa euro, e tasse , ha messo in situazioni difficili molti padri separati, inerentemente all'assegnazione della casa coniugale.
Ebbene quella casa è assegnata ai figli, non alle mogli ed allora perché, invece di alimentare stereotipi che portano all'orrendo numero di femminicidi che si compiono in questo Paese, purtroppo sempre con una vena di giustificazionismo verso gli omicidi da parte dei media, giustificazionismo che fa pensare essere la colpa delle vittime solo per il fatto di essere donne,non chiedere così come per i figli l'affido condiviso della detta casa?
Perché questi padri disperati non chiedono di alternarsi in quella casa per periodi di tre/sei mesi, gestirla, occuparsi h24 dei figli come fanno quelle sanguisughe delle mogli? Cosa che darebbe molto sollievo alle madri che potrebbero non solo ricrearsi una propria vita personale e sociale, ma lavorare ed alleggerire l'assegno di mantenimento, contribuendo al mantenimento dei figli stessi.
Ciò però comporterebbe un'assunzione di responsabilità da parte di quei padri, che dovrebbero rivedere le loro abitudini, datosi che una cosa è occuparsi dei figli un weekend sì ed uno no, spesso con l'aiuto dei nonni, altro pensare a gestire casa e figli senza aiuti tutti i giorni e senza una "sanguisuga" che riesce sempre e comunque a gestire tutto, emergenze comprese.
In merito al DDR di Regione Lombardia lo aspettiamo al varco, perché se discriminante, ossia,favorisce i padri , lo porteremo nelle sedi opportune perché sia annullato o cambiato,anche se da una prima analisi, il DDR 144 è in gioco dal Maggio 2013, sembra che ancora una volta i requisiti li abbiamo più le madri separate che i padri separati, perché , e questo nell'articolo non lo fa notare, conditio sine qua non, è l'essere in regola con il pagamento degli assegni di mantenimento , cosa che, purtroppo, piaccia o meno, nella maggior parte dei casi non si verifica, perché gli uomini sono bravissimi a diventare poveri non appena si separano.
E vengono ascoltati, trovano spazio sui media, mentre, come sempre, alle donne nessuno da voce siano esse madri separate, vittime di crimini vari, assessore rimosse in barba alla legge vigente per far posto agli uomini.
In quanto agli alloggi prima che ai padri separati o agli immigrati, sarebbe bene pensare a quelle vittime di violenza domestica, stalking, mobbing, violenza sessuale che hanno necessità di potersi rinventare una vita ed un luogo dove vivere.
Concludo che questa storia dei padri separati nuovi poveri, senza vedere anche l'altra faccia del problema dandole voce, dimostra ancora una volta che noi donne subiamo costantemente violenza perché di questo si tratta: violenza psicologica, morale, sociale.
Certa che non pubblicherà questa mia, cercheremo di farla girare via web, porgo cordiali saluti.
Dott.ssa Angela Ronchini
Presidente Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria