giovedì 25 giugno 2015

DEMOCRAZIA PARITARIA, QUESTA SCONOSCIUTA PER REGIONE LOMBARDIA

Purtroppo oggi in II Commissione consiliare Affari Istituzionali la maggioranza ha votato contro il progetto di legge che aveva lo scopo di modificare, recependo la normativa nazionale, le leggi regionali sulle nomine negli enti ed organismi partecipati da Regione Lombardia.
Il provvedimento andrà comunque in Aula, presumibilmente a settembre, seppur nella forma del non passaggio agli articoli.
Le donne di Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria si associano e condividono il comunicato rilasciato dalla Vice Presidente del Consiglio Regionale Sarah Valmaggi e dalla Consigliera Castellano in merito a quanto accaduto in II Commissione Affari Istituzionali di Regione Lombardia, sottolineando che ancora una volta la più importante Regione italiana, il traino economico del Paese, la vetrina del mondo con Expo 2015, indossi la maglia nera per quanto riguarda la parità di genere e il rispetto della democrazia paritaria, eludendo ancora una volta norme nazionali e Statuto Regionale.
Ricordiamo al Governatore Maroni che già il rimpasto di Giunta dello scorso Dicembre ha violato lo Statuto che prevede un equilibrio di genere nel numero degli assessori/e, non vorremmo che anche nelle nomine il Governatore ignorasse leggi e statuti, dando un pessimo esempio in un momento in cui alla politica si chiede un cambio culturale e di essere esempio per i cittadini e le cittadine.
Le donne lombarde meritano maggiore rispetto e considerazione, sono maggioranza del corpo elettorale e molte di esse saranno elettrici nelle prossime amministrative di Milano.
Confidiamo che durante i mesi estivi il Governatore Maroni e l’Assessora alle PO M.C. Cantu’, riconsiderino la formulazione del progetto di legge di modifica delle leggi regionali in merito alle nomine negli enti ed organismi partecipati da Regione Lombardia, recependo non solo la normativa nazionale, ma dimostrando che Regione Lombardia è vetrina ed esempio anche nella strada della democrazia paritaria.
Attendiamo fiduciose , altrimenti prepareremo le valigie per i viaggi in Tribunale, impugnando singolarmente ogni eventuale nomina non rispondente alla normativa e al rispetto dovuto al genere meno rappresentato.
Ass.Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria.
“Valmaggi e Castellano: “La maggioranza vota con sprezzo contro la parità di genere nelle nomine”
La maggioranza vota contro la parità di genere. Oggi in commissione Affari istituzionali la maggioranza ha bocciato due progetti di legge, presentati da Pd e Patto civico, che prevedono di recepire la normativa nazionale sulla parità di accesso agli organi delle società controllate dalla pubblica amministrazione e di introdurre per ciascuna nomina del Consiglio la doppia preferenza, per avere da subito la certezza normativa della presenza femminile.
“In Lombardia – afferma la vicepresidente del Consiglio regionale, Sara Valmaggi- la parità di accesso è ancora lontana. Questo nonostante lo Statuto sancisca il principio di democrazia paritaria e la normativa nazionale imponga la presenza di un quinto delle donne. Per questo abbiamo presentato due progetti di legge, nei quali si stabilisce che le nomine debbano essere per un terzo femminili, pena la loro nullità. La nostra richiesta è quella di recepire la normativa nazionale, evitando tra l’altro richiami e sanzioni, e rafforzarla per fare della Lombardia la promotrice di un rinnovamento che porti finalmente all’affermazione della democrazia paritaria. La maggioranza ha bocciati i nostri progetti. Una scelta sbagliata, oltretutto non realmente motivata”.
“L’atteggiamento di questa maggioranza- afferma la capogruppo del Patto civico, Lucia Castellano- si conferma spiazzante: di fronte a un principio sancito dallo Statuto regionale e a un assetto normativo nazionale che parla chiaro, Lega e alleati vogliono evidentemente porre un argine al cambiamento culturale in atto. Non si spiega altrimenti il loro no a una modifica di legge che intende favorire il percorso dovuto della democrazia paritaria, facilitando l’accesso delle donne alla politica e garantendo così un riequilibrio di genere funzionale anche all’efficienza degli enti”.
“Da qui al passaggio in aula- concludono Valmaggi e Castellano- ci appelliamo alla loro intelligenza, auspicando un ripensamento”.