venerdì 21 ottobre 2011

CON MERITO,NEL MERITO

Questa mattina il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna ha partecipato ad un convegno presso la sede centrale della Banca d'Italia per discutere sul ruolo delle donne nella crescita economica, ma anche di equità e uguaglianza.
“Sulla base di classifiche internazionali, l'Italia risulta essere un Paese che, in termini di divari di genere, è ancora lontana dagli standard della maggioranza degli Stati europei, ragione per cui abbiamo deciso, negli ultimi mesi, di correre ai ripari. Governo e Parlamento sono intervenuti in maniera decisa, su più fronti, allo scopo di risalire le classifiche” ha detto il Ministro Carfagna intervenendo all’appuntamento. “L'approvazione della legge sulle quote rosa nei cda – ha proseguito il Ministro per le Pari Opportunità - avvenuta di recente in Parlamento, ha già avviato un percorso importante di femminilizzazione di un contesto che, fino ad oggi, era stato quasi esclusivamente maschile e, certamente,  questo cambiamento, che è innanzitutto culturale, provocherà un effetto domino anche in quei settori non coinvolti direttamente dalla legge. Credo che la nostra società sia matura per strumenti che consentano un ulteriore passo avanti e, per questa ragione, ho presentato un disegno di legge, attualmente in discussione alla Camera, che riporterà la parità negli organi elettivi dei Comuni, introducendo la preferenza di genere, aggiuntiva e facoltativa. Contemporaneamente, visto che l'assenza di servizi, come emerge dagli studi presentati oggi, spesso costringe le donne a rinunciare al lavoro, abbiamo finanziato strutture che favoriscano la Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, come gli asili”.
In questa occasione il Ministro Mara Carfagna ha anche lanciato un appello al sistema bancario rispetto al risultato di alcuni studi, secondo cui nell’acceso ai fidi bancari le micro-imprese guidate da donne pagano un tasso di interesse dello 0,3%  più alto rispetto a quelle che hanno un uomo come titolare. “Tale differente trattamento non trova la propria giustificazione nel fatto che le imprese femminili siano più rischiose delle corrispondenti aziende al maschile, tenuto conto che le imprese guidate da donne tendono anzi a fallire di meno”, ha concluso.
18 ottobre 2011

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