lunedì 26 settembre 2011

REGIONE LOMBARDIA: MA QUALE PARITA'?

COMUNICATO STAMPA
Regione Lombardia: ma quale parità?
Una donna su 16 Assessori...vergogna!


L'ASSOCIAZIONE ARTICOLO51 (Laboratorio di Democrazia Paritaria) dice no e ricorre al Consiglio di Stato


Milano (26 settembre 2011) - L'Associazione Articolo 51, Laboratorio di Democrazia Paritaria, informa che tramite gli Avvocati Massimo Clara e Cinzia Ammirati, ha promosso l'Appello presso il Consiglio di Stato in merito alla sentenza del TAR Lombardia del 4 febbraio 2011, seguita al ricorso presentato a impugnazione dei decreti di nomina degli Assessori che ha definito un 15 a 1 inaccettabile: su 16 Assessori nominati soltanto uno è donna!

La composizione della Giunta di Regione Lombardia viola, quindi, incontestabilmente, l'equilibrio di genere. La nomina di una sola donna in qualità di Assessore, infatti, non risponde e non può rispondere al principio non solo delle pari opportunità, ma anche di un semplice riequilibrio tra i sessi.

Abbiamo atteso per mesi un segnale di sensibilizzazione e considerazione da parte del Presidente Formigoni che ci portasse a vedere una volontà di cambiamento per una Giunta che in materia di Pari Opportunità è la maglia nera in Italia, ma le nostre attese sono state vane.

Troviamo disdicevole che una così grave mancanza avvenga proprio in una regione, come la Lombardia, che è  traino dell'innovazione e dell'economia italiana e che ospiterà Expo 2015, evento voluto e costruito da un Sindaco donna e, benchè comprendiamo che gli interessi di coalizione abbiano ancora una volta prevalso sulle logiche di cambiamento, non possiamo permettere, tanto più in un
momento di grave crisi sociale, economica, finanziaria, politica, che la Lombardia dia un segnale così negativo per “l'altra metà del cielo” che molto contribuisce al fare in ambito lavorativo dando esempio a tutta Italia.

Ci auguriamo che venga presto fatta giustizia.


La Presidente
Dr.ssa Angela Ronchini

domenica 25 settembre 2011

DATO CHE CI RIFIUTIAMO DI EMARGINARE LE DONNE......

Questa bellissima frase è stata pronunciata da Re Abdullah dell'Arabia Saudita che ha annunciato di fronte agli ulema , la volontà di inserire le donne nella politica. Certo la cosa non sarà immediata, le prime candidate potranno esserci tra 4 anni, ma la svolta è epocale per un Paese che è integralista e in cui alle donne non è permesso nemmeno guidare. Abbiamo letto che "la strada della parità è ancora lunga e lontana nel tempo",perché da noi è vicina?
Il DDL sulle quote cosidette "rosa" nei CdA  è stato posticipato nel suo essere operativo, proprio perchè non fosse necessario nominare donne negli 11 CdA  a scadenza quest'anno.
Una cosa è, però certa, e ci fa sentire indietro: noi dobbiamo ricorrere ai Tribunali per far applicare le leggi esistenti sulla parità, vedi Regione Lombardia e susseguente ricorso promosso in Consiglio di Stato,lì stanno cominciando ora e per volontà del potere ....quattro anni sono un tempo brevissimo secondo i tempi e i costumi sauditi. Fra quattro anni le donne saudite siederanno nelle Giunte dei Comuni: noi, molto probabilmente, se non ci saranno sentenze clamorose, saremo ancora qui a sentirci dire che le quote ci umiliano ....e intanto nonci eleggono!
Angela Ronchini
Ass. Articolo 51
Laboratorio di Democrazia Paritaria

Il re d’Arabia saudita Abdullah bin Abdul Aziz ha annunciato oggi che le donne entreranno a far parte della Shura (il Consiglio consultivo) del regno a partire dalla sua prossima sessione e che potranno candidarsi alle prime elezioni municipali che seguiranno quelle del 29 settembre, per loro ancora vietate. Contestualmente alla possibilità di candidarsi alle municipali, il sovrano ha anche concesso alle donne il diritto di voto.

Re Abdullah ha fatto l’annuncio davanti alla Shura: «Dato che rifiutiamo di emarginare le donne in tutti i ruoli della società che sono conformi alla Sharia - ha affermato il monarca - abbiamo deciso, dopo consultazioni con i nostri consiglieri religiosi, di inserire le donne nella Shura come membri a partire dalla prossima sessione». «Le donne - ha aggiunto - potranno candidarsi alle elezioni municipali e avranno anche il diritto di voto». E' la prima volta che alle saudite viene concesso il diritto di voto e di eleggibilità in uno scrutinio in questo regno ultraconservatore dove sono ammesse solo le elezioni municipali.

Le prossime elezioni a cui potranno partecipare dovrebbero svolgersi fra quattro anni. La metà dei 285 seggi dei consigli municipali è elettiva mentre l'altra meta è di nomina del governo. Il Majlis al Shura aveva raccomandato di autorizzare il voto alle donne ma non di candidarsi alle prossime elezioni locali che si terranno fra quattro anni, secondo fonti ufficiali.

mercoledì 21 settembre 2011

FINALMENTE CI SIAMO!

ASSOCIAZIONE ARTICOLO51
Laboratorio di Democrazia Paritaria

Milano 16/09/2011

COMUNICATO


Associazione Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria informa che tramite gli Avv. ti Massimo Clara, Cinzia Ammirati ha promosso l'Appello presso il Consiglio di Stato in merito alla sentenza del TAR Lombardia del 4 Febbraio 2011,seguita al ricorso presentato a impugnazione dei decreti di nomina degli Assessori che ha definito un 15 a 1 inaccettabile: su 16 Assessori nominati soltanto uno è donna!
E' noto che la composizione della Giunta Regione Lombardia viola l'equilibrio di genere nella sua composizione,pur essendo,infatti, rappresentati entrambi i generi, appare incontestabile come la nomina di una sola donna quale Assessore, non risponda e non possa rispondere al principio non solo delle pari opportunità, ma anche di un semplice riequilibrio di genere.
Abbiamo atteso per mesi un segnale di sensibilizzazione e considerazione da parte del Presidente Formigoni che ci portasse a vedere una volontà di cambiamento per una Giunta che in materia di Pari Opportunità è la maglia nera in Italia, cosa non accettabile nella Regione traino dell'innovazione e dell'economia italiana, nella Regione che ospiterà Expo 2015, voluto e costruito da una donna Sindaco,nella Regione che si vanta essere la più vicina all'Europa.
Comprendiamo che gli interessi di coalizione abbiano ancora una volta prevalso sulle logiche di cambiamento, ma non possiamo permettere che Regione Lombardia dia un segnale così negativo per “l'altra metà del cielo” che molto contribuisce al fare della Lombardia quella Regione che è esempio per l'Italia intera.
In un momento di grave crisi sociale, economica, finanziaria, politica, non è accettabile rinunciare al contributo delle donne e non è accettabile che a questa rinuncia dia spazio proprio Regione Lombardia, traino e esempio di lavoro e produttività per il Paese intero.

La Presidente
Dr.ssa Angela Ronchini





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