giovedì 7 agosto 2014

ANDARE OLTRE

In occasione dell’entrata in vigore il 1 Agosto 2014, della Convenzione di Istambul, sottoscritta dal Governo Italiano seppur nell’indifferenza generale di parlamentari uomini e partiti tutti,  ASS. ARTICOLO 51 LABORATORIO DI DEMOCRAZIA PARITARIA  desidera andare OLTRE, sottolineando che è necessario l’impegno di tutte le donne, perché l’abbattimento della violenza di genere passa solo ed obbligatoriamente da un cambio culturale, che veda sconfitto il pervicace maschilismo e machismo ,ancora maggioranza in questo Paese.
La violenza di genere, gli abusi, le prevaricazioni contro e sulle donne si sconfiggono con la cultura della parità che deve, inevitabilmente, passare dagli esempi di azioni e comportamenti.
Per questo chiediamo alle donne della “POLITICA” di impegnarsi per una vera e qualificata rappresentanza  PARITARIA di genere nelle Giunte e nei CdA degli Enti , poiché ancora oggi i dettati e le normative vengono disattese.
Esempio ne sia che due Giunte Regionali recenti, di area politica del Premier Renzi, che ha un Governo rispettoso della parità di genere, sono invece sottodimensionate per numero di Assessore: la Giunta di Regione Abruzzo è un 5 a 1 e la Giunta di Regione Piemonte è un 10 a 4, inaccettabile, considerato che il Governatore di entrambe le Regioni è uomo.
A questo vanno aggiunti i recenti esempi di sfruttamento del corpo della donna da parte di agenzie pubblicitarie o di imprenditori sardi in odore di “hot pubblicity”, il sarcasmo sorto intorno alla necessità, sempre per il cambio culturale e comportamentale, dell’uso di termini propri al femminile , inesistenti nella nostra lingua che fa rigorose distinzioni tra maschile e femminile, portando, quindi, a pensare che per certi ruoli possano essere qualificati solo uomini.
E’ necessario ricordare che l’esempio è il miglior mezzo per operare il cambio culturale ed è per questo che l’impegno per una legge elettorale che non penalizzi le donne attraverso le preferenze e che in quel caso preveda un minimo di elette obbligando i partiti ad investire sulle candidature al femminile, cosa che ancora non è di facile comprensione nelle segreterie di tutti i partiti di ogni ordine e grado, è fondamentale ed urgente.
Le donne non vogliono essere una specie protetta, non ci sentiamo e non siamo panda in via di estinzione, ma perché la parità sia raggiunta ed una vera democrazia paritaria conquistata, dobbiamo partire alla pari ai blocchi di partenza e questo non è ancora reale nel nostro Paese.
Per questo chiediamo misure cogenti e transitorie: vogliamo la possibilità di pari partenza.
Chiediamo che nell’ottica di questa battaglia contro la violenza di genere, sia cambiata la Legge Mancino e si preveda oltre che la discriminazione razziale, quella di genere, prevedendo severe norme per chi, confermando il machismo imperante, usa offese sessiste nei confronti delle donne, ivi compresa la pubblicità.
L’esempio deve essere dato anche dalla Magistratura , che deve recuperare il suo ruolo di tutela della vittima e severità per il colpevole, non concedendo sconti a chiunquiesi macchi di un reato violento contro le donne in ogni sua forma, dal femminicidio all’insulto sessista, dall’uso improprio del corpo femminile  alla mancato rispetto delle norme sulla parità di genere.
Chiediamo, altresì , alle parlamentari tutte di impegnarsi affinché sia dato spazio nella comunicazione alle istanze delle donne e siano puniti quegli organi mediatici che usano toni giustificazionisti, soprattutto in casi di femminicidio.
Le donne di Articolo 51 auspicano , anche, la nomina di un Ministero alle Politiche di Genere, mancante dal 2011 e che è necessario per vigilare e applicare quelle norme riportate dalla Convenzione, ma che rischiano di essere “DIMENTICATE ED INAPPLICATE “ senza una strenua e pressante difesa ….a catenaccio!
Oggi le donne stanno pagando un contributo enorme alla crisi  in termini di lavoro e sacrificio familiare, stanno pagando un prezzo altissimo di vite sacrificate sull’altare del diffuso sentire “ che ammazzare una donna non è un reato”, quasi fosse una zanzara d’estate, un tributo altissimo di immagine nella questione separazioni e divorzi che ha invertito le parti vittime, per questo necessitiamo di una tutela governativa ed efficiente.
Ringraziamo le Parlamentari  di Forza Italia che hanno capito e pensato la necessità di “ ANDARE OLTRE LA CONVENZIONE” , ma ribadiamo l’estrema urgenza che l’andare oltre passi , innanzitutto, dalla rappresentanza, da leggi elettorali regionali che dovrebbero essere priorità delle Assessore preposte e nazionali delle Parlamentari tutte.
Ci auguriamo che ANDARE OLTRE passi da questo cambio culturale  della politica delle e per le donne, senza il quale la lotta contro la violenza di genere è e sarà sempre perdente.

LA PRESIDENTI
DOTT.ANGELA RONCHINI
ASS.ARTICOLO 51 LABORATORIO DI DEMOCRAZIA PARITARIA


mercoledì 6 agosto 2014

LETTERE VECCHI STEREOTIPI DI GENERE E RISPOSTE TERZO MILLENNIO

Egregio Direttore,
Ho letto tra lo stupito e il disappunto , le lettere dell’Avv. Bernardini De Pace al “caro marito”  e la risposta del Dott. Feltri con un “cara moglie”.
Entrambe hanno elementi reali , entrambe raccontano falsità, entrambe discriminanti per il genere femminile e maschile, entrambe un panegirico al più banale e offensivo degli stereotipi: moglie sofferente ed amorosa con marito traditore, marito traditore in cerca di giovinezza, che considera la moglie una zecca succhia soldi priva di dignità.
Mi auguro siano due brevi racconti estivi, di quelli da leggere sotto l’ombrellone tra la crema abbronzante e un richiamo ai bambini, altrimenti devo supporre che sia l’Avvocata che l’esimio giornalista, abbiano subito un colpo di sole in questa estate che estate non è.
Carissima Avvocata, Carissimo Dottore, la realtà non è quella descritta , la realtà è si quella degli uomini che raggiunti i 50, magari con un nipotein arrivo,cercano carne fresca per ritrovare una giovinezza che è fuggita da tempo, gli uomini sono terrorizzati dal tempo che passa, è sì quella di qualche ragazza giovane o meno giovane che insegue il portafoglio, ma non certamente quella di donne che sopportano quali novelle martiri tradimenti per proprio comodo o per accedere ad un conto corrente del marito fredifrago.
Dott. Feltri smettiamola con le donne mogli mantenute e capaci solo di sfruttare: non ne esistono più in natura.
Si guardi intorno Dott. Feltri: le donne lavorano, hanno carriere, conti separati e matrimoni in separazioni dei beni, mentre quelle che, come lei fa intendere, vivono nel agio  coi soldi del coniuge, hanno contribuito a quei soldi , da dietro le quinte,sacrificandosi, come accaduto alla sottoscritta, in cantieri di centrali elettriche nei posti più sperduti al mondo,a partire dal lontano 1978, curando l’immagine,le relazioni sociali, stando alzate la notte su un disegno a fare “as built” con la lametta gillette, il rapidograph  e pancione di sette mesi, perché l’ingegnere, giovanissimo capo cantiere, in un’epoca dove sotto i 40 non comandavi  che l’ interruttore della luce,potesse spedire in tempo i disegni, che da un 24enne  si aspettavano molto e tendevano a sperare facesse brutte figure.
Quegli armadi pieni di vestiti e scarpe, carte di credito illimitate queste donne se le sono guadagnate, perché anche quello di “cura e assistenza familiare” come si dice oggi, è un lavoro pesante, stressante, H 24 per 370 giorni l’anno su 365!
Persino lo sgangherato diritto civile italiano riconosce alle donne che non lavorano , ma che si sono occupate della famiglia un valore: è l’equa suddivisione dei compiti che in un matrimonio va riconosciuta a chi, donna, porta avanti una piccola impresa a conduzione familiare.
Quindi se quel uomo è ricco, di successo, coi soldi, carriera esplosiva, il merito è anche di chi, moglie, si è occupata di tutto il resto, lasciando a lui solo IL LAVORO, senza altri problemi, nemmeno quello di comprarsi un paio di mutande.
Le racconto due piccoli accadimenti.
Nel 1991, a Riyadh, con molta gioia, scoprii di attendere un quarto figlio. Il giovanissimo ingegnere era nel frattempo diventato il primo Amm. Delegato per il Medio Oriente, sotto i 40 anni, 37 per la precisione, di una grande multinazionale,anche grazie a quella moglie che aveva riempito l’armadio di vestiti.
Purtroppo, causa  guerra del Golfo e susseguente pioggia nera, subii una interruzione spontanea della gravidanza. Con noi a Riyadh erano mio figlio undicenne e la piccola di 4 anni attaccatissima a me. La grande studiava a Roma.
Ricoverata d’urgenza, lo pregai di occuparsi della piccola, nonostante avessi predisposto tutto con il personale, prima del ricovero.
Dal mio letto telefonai, alle  sei del mattino, per chiedere se tutto andava bene: mi rispose la cameriera che l’Ingegnere era andato ad Abha .
In un Paese dove le donne non possono firmare le proprie dimissioni, feci firmare l’autista e tornai a casa.
La sera alle mie rimostranze, mi sentii rispondere: “MA IL MEETING ERA FISSATO DA TEMPO!”, risposi con un laconico: “Ok, la prossima volta che mi capita di abortire, ti faccio un memo, così mi dici quando sei libero.”
A questo posso aggiungere molti altri episodi, ma a significarli tutti è la frase che sentii  pronunciare a mio padre , una delle rarissime volte che facemmo il viaggio di rientro insieme.
Arrivati a casa dei miei sentii ordinare”Fate riposare S…..è stanco lavora ed ha viaggiato di notte”.
Considerato che S….si era limitato ad arrivare a casa alle 20, mangiare ,farsi la doccia , cambiarsi e sedersi in macchina, mentre io avevo fatto i bagagli, preparato i figli, organizzato i cani e i gatti da lasciare con la colf, telefonato in Italia, controllato i libri,i compiti e una volta, seduta in aereo, sveglia tutto il volo, per quel perverso senso di responsabilità che a noi madri fa vedere esplosioni in volo ad ogni scricchiolio,mentre lui dormiva un sonno profondo, ebbene sì doveva riposare.
Non vogliamo lasciare, caro Dott. Feltri, a queste donne nemmeno il diritto ad un armadio di vestiti e alle carte di credito?
Invece , cara Avvocata, anche Lei, eppure dovrebbe saperlo, vede una realtà anni 50: le donne oggi , non barattano la propria dignità in nome di un amore, che, sebbene fedele nei secoli, le umilia e le ignora.
Io ho rinunciato, nonostante le molteplici sollecitazioni contrarie, alla casa di 500 mq  in Olgiata,quartiere super chic ed esclusivo di Roma, carte di credito oro, due persone di servizio ed annessi vari.
Non mi sono umiliata, e come me quasi tutte, in indagini e ricerche, non ho sopportato odori o coiti improvvisi e freddi, ho sospettato al primo mazzo di fiori diverso, in una splendida routine di 30 anni.
Ho cercato di capire, ho scoperto il tradimento con la cameriera etiope : ho cacciato lei sotto gli occhi di lui, ho litigato, discusso, resistito per due anni, poi appunto,la mia dignità ha detto basta…e mi sono ritrovata senza nulla, fuori dalla villa e senza l’armadio dei vestiti.
Molte come me, hanno rinunciato a tutto fuorché alla loro dignità, molte come me, cara Avvocata, ancora combattono per il loro diritto alla stessa vita, molte come me , non si sono rifatte una vita, perché dentro una moglie trentennale non c’è una zoccola viva, anche per il semplice fatto che la cultura italiana machista , indipendentemente, dal corpo palestrato , vede la donna di 50 merce scadente ed avariata.
Diciamo piuttosto la verità, i mariti cercano la giovinezza perduta, le mogli attendono la soddisfazione: un infarto prima o poi capita a tutti ed allora serve la carne vecchia per l’assistenza….ed il No sarà gigantesco.
Per cui donne, uomini, mogli, mariti,cara Avvocata, caro Dottore i tempi son cambiati e di molto…..quindi basta stereotipi, guardiamo la realtà e svegliamoci: siamo nel terzo millennio .

Dott.ssa Angela Ronchini
Presidente Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria