mercoledì 22 febbraio 2012

NON LO ABBIAMO FATTO PER QUESTO!

Nel leggere l'intervista concessa dal Sottosegretario Colli alle PO di Regione Lombardia, Art.51 Laboratorio di Democrazia Paritaria e, tutte le Associazioni a sostegno che hanno reso possibile la nomina grazie alla vittoria in CdS, sono rimaste profondamente deluse e stupite.
Non abbiamo lottato perché la prima priorità nei progetti di PO del Sottosegretario “sia l'occhio femminile sull'altra metà del cielo” con incettivi per l'assunzione di uomini cinquantenni! Nemmeno di potenziare l'affido familiare, men che meno la conciliazione dei tempi: per quelli già esistono servizi sociali specifici ed assessorati preposti. Dal Sottosegretario noi ci aspettavamo che in cima alle sue priorità, fosse lo sviluppo di progetti per una nuova legge elettorale regionale, progetti per favorire le donne nell'ascesa dei vertici delle istituzioni regionali, degli incettivi all'assunzione delle cinquantenni nel mondo del lavoro, dell'introduzione dei congedi parentali paterni, del sostegno ad una vera politica di genere che affermi senza se e senza ma, la necessità di un equilibrio di genere negli organi di governo regionale.
Caro Sottosegretario, senza al meno un 30% di donne nei luoghi del decidere, nulla potrà cambiare: “una donna in politica viene cambiata dalla politica, molte donne in politica cambiano la politica”....ecco per cosa stiamo lottando e cosa ci aspettiamo da Lei, perché la Giunta che uscirà nel 2015..sia un 8 a 8!
Angela Ronchini
Ass. Art.51 Laboratorio di Democrazia Paritaria




Intervista al Sottosegretario alle PO di Regione Lombardia Ombretta Colli. 
Da Il Giornale.it

Sottosegretario Ombretta Colli, cosa ci dice di queste prime due settimane in Regione?
«Intanto non sono mai stata su un grattacielo, tanto meno in un ufficio su un grattacielo. Ho sempre avuto paura, anche quando andavo in albergo in America, chiedevo sempre piani bassi...».
E come fa lì in cima a Palazzo Lombardia?
Ombretta Colli, sottosegretario regionale a Pari opportunità Moda e Design, classe 1943, ex presidente della Provincia e assessore comunale nella giunta Moratti, ex europarlamentare, senatrice dimissionaria, ride. «Adesso sono al ventisettesimo piano, per altro bellissimo. Si vedono le montagne... Sulla prima questione ci siamo assestati».
Primo scoglio superato. Prossima tappa?
«Mi sto concentrando su iniziative un po’ forti. Pari opportunità e politiche femminili».
Qual è il progetto sulle pari opportunità in cima alla lista delle priorità?
«L’occhio femminile sull’altra metà del cielo. Un uomo che ha cinquant’anni, quarantotto, quarantasette che perde il lavoro, è un uomo morto. Non lo ritrova, deve abbassare il suo livello e diventa il momento più doloroso della sua vita familiare, di padre, di uomo. È fondamentale introdurre incentivi per chi assume i cinquantenni».
Pari opportunità per i cinquantenni in difficoltà?
«È un disastro del quale non si parla ma che scoppierà come una bomba atomica. Lo si vede da qualsiasi annuncio: cercasi giovani insegnanti, giovani ricercatori... ma che cosa farà quest’uomo che è stato giovane anche lui? Oltre tutto è un dramma che accade quando si hanno figli all’università, che hanno bisogno di grande aiuto economico».
Un tema centrale del suo assessorato è la conciliazione tra famiglia e lavoro. Ha in mente nuovi passi?
«Gli orari della città non sono adatti alle donne che lavorano e hanno figli. Chi ha la fortuna di avere un lavoro e un doposcuola per i figli, alle tre e venti si trova il figlio fuori. E questi non sono gli orari delle donne che lavorano. Capisco che il part time sia poco produttivo per il datore di lavoro, ma bisogna trovare soluzioni, perché altrimenti la donna che lavora lascia tutto lo stipendio a baby sitter o scuole private».
Lei come se l’è cavata da madre lavoratrice?
«Intanto avevo un lavoro che organizzavo io. È stata una grandissima fortuna. Non avevo cartellini da timbrare. E ho avuto la fortuna di poter contare su mia mamma. Questa generazione già può contarci meno, perché i nonni lavorano».
Ha in mente anche iniziative di pari opportunità per i minorenni in difficoltà?
«Sarebbe bello lanciare delle campagne di affido temporaneo. Io ho una famiglia amica con tre figli e prendono sempre, anche per tre anni, bambini con genitori in difficoltà. I ragazzini sono molto felici, si crea un bellissimo rapporto». Quali priorità vede per la moda?
«Cercare di far sfilare i giovani stilisti che hanno bisogno di essere incoraggiati. Quando ero in Provincia, ho visto che non ci chiedevano soldi o facilitazioni ma la possibilità di sfilare».
Come è nata la proposta di far parte della giunta della Lombardia?
«È stata una cosa casuale. Ho visto il mio nome sul giornale e ho detto: che è sta bufala? Poi ci sono state telefonate ed eccoci qua. Formigoni mi ha detto: mi farebbe molto piacere. E io ho risposto: anche a me. La Lombardia è uno dei quattro motori d’Europa. Qui in Italia è la regione che più tira, la più innovativa».
Sono state difficili le dimissioni dal Senato?
«No. L’iter burocratico non è ancora concluso. Ma ho passato anni bellissimi e molto vari, intensi, sofferti».


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