Egregio Direttore,
Ho letto tra lo stupito e il disappunto , le lettere
dell’Avv. Bernardini De Pace al “caro marito”
e la risposta del Dott. Feltri con un “cara moglie”.
Entrambe hanno elementi reali , entrambe raccontano falsità,
entrambe discriminanti per il genere femminile e maschile, entrambe un
panegirico al più banale e offensivo degli stereotipi: moglie sofferente ed
amorosa con marito traditore, marito traditore in cerca di giovinezza, che
considera la moglie una zecca succhia soldi priva di dignità.
Mi auguro siano due brevi racconti estivi, di quelli da
leggere sotto l’ombrellone tra la crema abbronzante e un richiamo ai bambini,
altrimenti devo supporre che sia l’Avvocata che l’esimio giornalista, abbiano
subito un colpo di sole in questa estate che estate non è.
Carissima Avvocata, Carissimo Dottore, la realtà non è
quella descritta , la realtà è si quella degli uomini che raggiunti i 50,
magari con un nipotein arrivo,cercano carne fresca per ritrovare una giovinezza
che è fuggita da tempo, gli uomini sono terrorizzati dal tempo che passa, è sì
quella di qualche ragazza giovane o meno giovane che insegue il portafoglio, ma
non certamente quella di donne che sopportano quali novelle martiri tradimenti
per proprio comodo o per accedere ad un conto corrente del marito fredifrago.
Dott. Feltri smettiamola con le donne mogli mantenute e
capaci solo di sfruttare: non ne esistono più in natura.
Si guardi intorno Dott. Feltri: le donne lavorano, hanno
carriere, conti separati e matrimoni in separazioni dei beni, mentre quelle
che, come lei fa intendere, vivono nel agio
coi soldi del coniuge, hanno contribuito a quei soldi , da dietro le
quinte,sacrificandosi, come accaduto alla sottoscritta, in cantieri di centrali elettriche nei posti più sperduti al mondo,a partire dal lontano 1978, curando
l’immagine,le relazioni sociali, stando alzate la notte su un disegno a fare
“as built” con la lametta gillette, il rapidograph e pancione di sette mesi, perché l’ingegnere,
giovanissimo capo cantiere, in un’epoca dove sotto i 40 non comandavi che l’ interruttore della luce,potesse
spedire in tempo i disegni, che da un 24enne si aspettavano molto e tendevano a sperare
facesse brutte figure.
Quegli armadi pieni di vestiti e scarpe, carte di credito
illimitate queste donne se le sono guadagnate, perché anche quello di “cura e
assistenza familiare” come si dice oggi, è un lavoro pesante, stressante, H 24
per 370 giorni l’anno su 365!
Persino lo sgangherato diritto civile italiano riconosce
alle donne che non lavorano , ma che si sono occupate della famiglia un valore:
è l’equa suddivisione dei compiti che in un matrimonio va riconosciuta a chi,
donna, porta avanti una piccola impresa a conduzione familiare.
Quindi se quel uomo è ricco, di successo, coi soldi,
carriera esplosiva, il merito è anche di chi, moglie, si è occupata di tutto
il resto, lasciando a lui solo IL LAVORO, senza altri problemi, nemmeno quello
di comprarsi un paio di mutande.
Le racconto due piccoli accadimenti.
Nel 1991, a Riyadh, con molta gioia, scoprii di attendere un
quarto figlio. Il giovanissimo ingegnere era nel frattempo diventato il primo
Amm. Delegato per il Medio Oriente, sotto i 40 anni, 37 per la precisione, di
una grande multinazionale,anche grazie a quella moglie che aveva riempito l’armadio
di vestiti.
Purtroppo, causa
guerra del Golfo e susseguente pioggia nera, subii una interruzione
spontanea della gravidanza. Con noi a Riyadh erano mio figlio undicenne e la
piccola di 4 anni attaccatissima a me. La grande studiava a Roma.
Ricoverata d’urgenza, lo pregai di occuparsi della piccola,
nonostante avessi predisposto tutto con il personale, prima del ricovero.
Dal mio letto telefonai, alle sei del mattino, per chiedere se tutto andava
bene: mi rispose la cameriera che l’Ingegnere era andato ad Abha .
In un Paese dove le donne non possono firmare le proprie
dimissioni, feci firmare l’autista e tornai a casa.
La sera alle mie rimostranze, mi sentii rispondere: “MA IL
MEETING ERA FISSATO DA TEMPO!”, risposi con un laconico: “Ok, la prossima volta
che mi capita di abortire, ti faccio un memo, così mi dici quando sei libero.”
A questo posso aggiungere molti altri episodi, ma a
significarli tutti è la frase che sentii
pronunciare a mio padre , una delle rarissime volte che facemmo il
viaggio di rientro insieme.
Arrivati a casa dei miei sentii ordinare”Fate riposare S…..è
stanco lavora ed ha viaggiato di notte”.
Considerato che S….si era limitato ad arrivare a casa alle
20, mangiare ,farsi la doccia , cambiarsi e sedersi in macchina, mentre io
avevo fatto i bagagli, preparato i figli, organizzato i cani e i gatti da
lasciare con la colf, telefonato in Italia, controllato i libri,i compiti e una
volta, seduta in aereo, sveglia tutto il volo, per quel perverso senso di
responsabilità che a noi madri fa vedere esplosioni in volo ad ogni
scricchiolio,mentre lui dormiva un sonno profondo, ebbene sì doveva riposare.
Non vogliamo lasciare, caro Dott. Feltri, a queste donne
nemmeno il diritto ad un armadio di vestiti e alle carte di credito?
Invece , cara Avvocata, anche Lei, eppure dovrebbe saperlo,
vede una realtà anni 50: le donne oggi , non barattano la propria dignità in
nome di un amore, che, sebbene fedele nei secoli, le umilia e le ignora.
Io ho rinunciato, nonostante le molteplici sollecitazioni
contrarie, alla casa di 500 mq in Olgiata,quartiere super chic ed esclusivo di Roma, carte di credito oro, due persone di
servizio ed annessi vari.
Non mi sono umiliata, e come me quasi tutte, in indagini e
ricerche, non ho sopportato odori o coiti improvvisi e freddi, ho sospettato al
primo mazzo di fiori diverso, in una splendida routine di 30 anni.
Ho cercato di capire, ho scoperto il tradimento con la
cameriera etiope : ho cacciato lei sotto gli occhi di lui, ho litigato,
discusso, resistito per due anni, poi appunto,la mia dignità ha detto basta…e
mi sono ritrovata senza nulla, fuori dalla villa e senza l’armadio dei vestiti.
Molte come me, hanno rinunciato a tutto fuorché alla loro
dignità, molte come me, cara Avvocata, ancora combattono per il loro diritto
alla stessa vita, molte come me , non si sono rifatte una vita, perché dentro
una moglie trentennale non c’è una zoccola viva, anche per il semplice fatto
che la cultura italiana machista , indipendentemente, dal corpo palestrato ,
vede la donna di 50 merce scadente ed avariata.
Diciamo piuttosto la verità, i mariti cercano la giovinezza
perduta, le mogli attendono la soddisfazione: un infarto prima o poi capita a
tutti ed allora serve la carne vecchia per l’assistenza….ed il No sarà
gigantesco.
Per cui donne, uomini, mogli, mariti,cara Avvocata, caro
Dottore i tempi son cambiati e di molto…..quindi basta stereotipi, guardiamo la
realtà e svegliamoci: siamo nel terzo millennio .
Dott.ssa Angela Ronchini
Presidente Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia
Paritaria
E' bello sapere che IL Giornale invita a scrivere lettere , poi pubblica solo quelle dei soliti vip tipo Bernardini De Pace, Feltri ecc... collaboratori fissi e sicuramente pagati i quali scrivono ciò che il Direttore e la linea editoriale vogliono scrivano: ossia discriminando le donne e offendendo entrambi i generi con stereotipi superati ed obsoleti. Inoltre invita a scrivere a un preciso indirizzo mail , allora tu scrivi per rispondere alle idiozie stereotipate dell'Avvocata e dell'esimio giornalista......e lui, il Dott. Sallusti, si guarda bene dal pubblicare la tua replica!....That's Italy! That's IL Giornale.......
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