NON VA
BENE, NON CI STIAMO!
Il 26 Ottobre 2012 il Consiglio
Regionale della Lombardia è stato sciolto, il suo ultimo atto: la
nuova legge elettorale regionale che ha abolito il tanto vituperato
listino bloccato ed introdotto l'obbligatorietà di genere nelle
liste. Tutto bene, quindi, tolta l'autostrada dei raccomandati,
riconosciuto il diritto alla democrazia paritaria si può andare
speditamente al voto con le donne che vedono riconosciuto il loro
diritto di rappresentanza da un Governatore e dalla sua maggioranza,
che in questa legislatura ha subito ben tre ricorsi e una sonora
sconfitta in Consiglio di Stato ,proprio per il non riconoscimento
della parità di genere. Purtroppo, però, bisogna riporre calici e
spumante della vittoria, perché non è così.
Non è così perché fare liste
alternando donne e uomini, non è difficile, più difficile è che i
partiti, tutti, puntino sulle candidate investendo sulle donne, anche
a rischio di qualche voto in meno.
La Prof.ssa D'Amico, persona che
stimo ed ammiro, ha detto “ che questa è una norma fortemente
voluta dal Pd e che porta in Regione Lombardia la vera democrazia
paritaria”, ahimè non è così.
La vera democrazia paritaria sarebbe
stata la doppia preferenza di genere, che avrebbe dato la
possibilità, non di scegliere se votare un uomo o una donna, ma
entrambi, così che si sarebbe aumentato il numero delle consigliere.
Aumentare il numero delle
consigliere, significa, però, diminuire il numero dei consiglieri e
i partiti, tutti, a votare erano in 76 presenti, i voti sono stati
75, hanno scampato il pericolo col solito contentino, cui noi donne
abbocchiamo facendoci del male da sole.
Infatti, e sono certa di non essere
smentita, ancora una volta saranno poche le donne elette, ma i
partiti, questa volta, non potranno essere accusati: le liste
rispettavano i dettami della legge, poi se le donne non ottengono
voti....certo non stiamo lì a dire che l'80% delle risorse
finanziarie andranno su candidati uomini, non stiamo lì a
puntualizzare che nessun nome di prestigio sosterrà un candidato
donna, la norma è stata rispettata.
E noi dovremmo ancora una volta
ricorrere ai Tribunali per far dichiarare illegittima una legge che
,come al solito sembra innovare per invece mantenere tutto come è,
sfavorisce le donne, che questa obbligatorietà non “women
friendly”, ma solo un ottima scusa per discriminarci ancora una
volta, soltanto che questa volta saranno gli elettori a farlo e vuoi
contestare le scelte popolari? Non sia mai: i partiti e le poltrone
dei maschietti sono salve e con il placet istituzionale!
Angela Ronchini
Presidente Ass.
Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria
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