martedì 30 ottobre 2012

RIPETIAMO: NON SIAMO NE' POSTI IN CLASSIFICA NE' OMBRE!


NON VA BENE, NON CI STIAMO!

Il 26 Ottobre 2012 il Consiglio Regionale della Lombardia è stato sciolto, il suo ultimo atto: la nuova legge elettorale regionale che ha abolito il tanto vituperato listino bloccato ed introdotto l'obbligatorietà di genere nelle liste. Tutto bene, quindi, tolta l'autostrada dei raccomandati, riconosciuto il diritto alla democrazia paritaria si può andare speditamente al voto con le donne che vedono riconosciuto il loro diritto di rappresentanza da un Governatore e dalla sua maggioranza, che in questa legislatura ha subito ben tre ricorsi e una sonora sconfitta in Consiglio di Stato ,proprio per il non riconoscimento della parità di genere. Purtroppo, però, bisogna riporre calici e spumante della vittoria, perché non è così.
Non è così perché fare liste alternando donne e uomini, non è difficile, più difficile è che i partiti, tutti, puntino sulle candidate investendo sulle donne, anche a rischio di qualche voto in meno.
La Prof.ssa D'Amico, persona che stimo ed ammiro, ha detto “ che questa è una norma fortemente voluta dal Pd e che porta in Regione Lombardia la vera democrazia paritaria”, ahimè non è così.
La vera democrazia paritaria sarebbe stata la doppia preferenza di genere, che avrebbe dato la possibilità, non di scegliere se votare un uomo o una donna, ma entrambi, così che si sarebbe aumentato il numero delle consigliere.
Aumentare il numero delle consigliere, significa, però, diminuire il numero dei consiglieri e i partiti, tutti, a votare erano in 76 presenti, i voti sono stati 75, hanno scampato il pericolo col solito contentino, cui noi donne abbocchiamo facendoci del male da sole.
Infatti, e sono certa di non essere smentita, ancora una volta saranno poche le donne elette, ma i partiti, questa volta, non potranno essere accusati: le liste rispettavano i dettami della legge, poi se le donne non ottengono voti....certo non stiamo lì a dire che l'80% delle risorse finanziarie andranno su candidati uomini, non stiamo lì a puntualizzare che nessun nome di prestigio sosterrà un candidato donna, la norma è stata rispettata.
E noi dovremmo ancora una volta ricorrere ai Tribunali per far dichiarare illegittima una legge che ,come al solito sembra innovare per invece mantenere tutto come è, sfavorisce le donne, che questa obbligatorietà non “women friendly”, ma solo un ottima scusa per discriminarci ancora una volta, soltanto che questa volta saranno gli elettori a farlo e vuoi contestare le scelte popolari? Non sia mai: i partiti e le poltrone dei maschietti sono salve e con il placet istituzionale!

Angela Ronchini
Presidente Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria

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