"Nelle scuole di Viterbo sta prendendo piede la moda di far fare lezioni di yoga ai bambini al posto delle normali ore di Educazione Fisica, oltre tutto a pagamento, simbolico ma a pagamento. Sembra che alla Scuola Elementare di Villanova si sia aggiunta anche quella de La Quercia e pare che anche qui ciò dipenda dalla mancanza della palestra per cui debbano essere effettuati dei lavori per ripristinarla al posto di un’aula. Siccome però mancano i soldi, siamo arrivati a fine ottobre e della palestra neanche l’ombra. Quindi, cosa si fa? Alla modica cifra di un euro a settimana si inserisce la lezione di yoga. Le domande che sorgono spontanee sono diverse: l’Amministrazione Comunale poteva non sapere che i soldi a disposizione non sarebbero stati sufficienti? Non poteva muoversi per tempo in modo da garantire l’avvio dell’anno scolastico con la palestra pronta? Perché si deve fare proprio yoga? Come, con quali criteri e soprattutto A CHI è stata affidata questa attività? Perchè, come sempre, i genitori debbono mettere mano al portafogli per svolgere il corso? Come mai lo yoga sta diventando una moda presso le scuole viterbesi tanto da essere “proposto” anche in altri istituti? Dove viene svolta tale attività laddove manchi la palestra? In classe? E i genitori che non fossero d’accordo, cosa possono fare? Portarsi a casa i bambini o peggio lasciarli in un’altra classe con un insegnante? Nulla contro lo yoga, ma avrebbe potuto essere un’attività inserita fra quelle non curricolari. Sarà ora di farla finita con le mode esterofile o dobbiamo prepararci anche a sostituire la merendina con una ciotola di riso? Ancora, sarà ora di farla finita con la pessima abitudine delle scuole di chiedere sempre denaro alle famiglie, che siano sotto forma di “contributo volontario” o altro? Queste domande meriterebbero una risposta seria ed articolata da parte dei soggetti interessati. Se ogni palestra fosse stata approntata per tempo, non crediamo si sarebbe ricorso allo yoga e comunque non al posto di Educazione Fisica. Ma il proprietario dei locali (la Provincia?), il Comune e l’istituto scolastico sono fermi e immobili in attesa che il problema si risolva in altri modi, con buona pace di tutti. Tanto si fa yoga”.
venerdì 31 ottobre 2014
giovedì 23 ottobre 2014
GLI INUTILI SOS DELLE TROPPE SONIE
Oggi alle 11:37 AM
Sonia aveva lanciato un S.O.S, nessuno ha potuto o voluto far nulla, anzi voluto far nulla. Sonia poteva essere salvata? Allontanata, messa al sicuro?
Si poteva. Se nel nostro Paese ci si fosse liberati della cultura del sociale, se qualcuno si fosse preso delle responsabilità, se qualcuno avesse deciso subito, immediatamente, senza carte, senza prassi burocratiche, senza viaggi di andata e ritorno di faldoni, carte, cartine, cartucce.
L’Italia è il Paese dei timbri, dei permessi, delle autorizzazioni, il Paese dove se non hai almeno 100 Kg di carte e 80 di timbri, marche e marchette, non si agisce, non ci si muove, non si fa.
Siamo il Paese dove per costruire un parcheggio occorrono 10 anni, perché una legge diventi valida, se va bene, ci vogliono minimo 650 giorni, dove nessuno è responsabile di nulla, mai in prima persona, in uno scarica barile continuo , di cui si perde il capo.
C’è sempre una qualche ragione sociale,la società responsabile, ossia tutti e nessuno, in un perenne sessantotto rivoluzionario, nella continua sindrome del garantismo che tanto male ha fatto e sta facendo a noi tutti,tutte
Certo, Sonia poteva essere salvata , se quel S.O.S fosse stato raccolto,il soccorso immediato, la messa in protezione subitanea.
Ma no, da noi non si può, manca la cultura dell’emergenza, del pronto intervento.
Da noi devi denunciare, poi le forze dell’ordine fanno le indagini, poi il PM decide se vale la pena di intervenire.
Nel frattempo col naso sanguinante, le braccia livide, gli occhi pesti, puoi sempre telefonare ad un centro antiviolenza, che in perfetto stile femminismo anni ’70, ti dirà che devi fare un percorso, essere determinata, prendere appuntamento con la psicologa….che sarà disponibile …dopo un mese ad incontrarti.
E tu nel frattempo, non sai dove andare, come sopravvivere, gli avvocati costano, lui ti chiede scusa, visto che nessuno ha considerato il tuo S.O.S un’emergenza, ti convinci, anche, di essere tu che hai sbagliato ed allora torni dal mostro…..e lui alla fine ti ammazza.
Ecco Sonia, come tutte le altre, è vittima della cultura del sociale, quella per cui, per cambiare l’uomo devi cambiare la società, quella cultura dove tutti e tutte dobbiamo essere uguali, dove nessuno può far meglio di un altro, dove tutti hanno diritti , ma nessun dovere, dove tutto può e deve trovare una ragione giustificativa.
Sonia è vittima del concetto sociale del contrasto alla violenza, dei centri anti violenza che, è ormai chiaro, hanno fallito, serviti solo ad ingoiare fondi e favorire lauree in psicologia, per donne arroganti e senza contatto con la realtà.
Mai uno di questi finanziatissimi centri con soldi pubblici, è intervenuto per prendere e mettere in sicurezza una vittima, 10 minuti, e sono già tanti, dopo la richiesta di aiuto..ti dicono che non si può, che ci vogliono strutture adeguate, che non possono aiutarti devono chiedere ed ottenere fondi, soldi, finanziamenti , firmare accordi e protocolli..dopo ..forse..caso mai.
Una donna che chiede aiuto deve essere soccorsa subito, non le interessa se ha la camera privata o lei e i suoi bambini debbano dormire su un materasso, basta che la salvino, che la portino in un luogo dove il mostro non possa raggiungerla e dove qualcuno la ascolti senza giudicarla, senza farle pressioni per il percorso, perché dimenticare una violenza richiede tempo, ma soprattutto serenità, niente pressioni, rispetto dei tempi personali, richiede PM coraggiosi che autorizzino azioni immediate contro il mostro, forze dell’ordine autorizzate ad allontanarlo con ogni mezzo, fortezze invalicabili dove la donna possa vivere tranquilla senza pressioni, per avere tutto il tempo necessario a se stessa per decidere , avviare, riflettere.
Dobbiamo, lo so non piace, spostare il focus dalla società all’individuo, dobbiamo iniziare a pensare che l’uomo non si cambia cambiando la società, ma punendo l’uomo responsabile senza se e senza ma, tornando al concetto dell’individuo singolo protagonista, della responsabilità personale e non sociale, del….pronto intervento.
E’ per cambiare , per agire materialmente, per l’azione prima dell’analisi e del perché delle cause, che Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria e White Mathilda stanno lavorando ad un progetto di una task force, di una SWAT , di un pronto intervento anti violenza….un progetto che vedrà molti nuovi attori,che sta individuando luoghi adatti alla messa in sicurezza immediata di chi lancia un sos….certo non piacerà alla cultura del sociale,a chi vede nella donna violentata abusata pestata un soggetto passivo, da recuperare….noi nella donna che lancia un sos ,invece ,vediamo un soggetto attivo, consapevole, pronto all’azione, protagonista già da quel momento della sua scelta.
Bisogna dargliene la possibilità, bisogna “ carpe diem”, quello squillo, quel whatsapp, quel sms di richiesta aiuto.
Solo così quella donna sarà aiutata, si sentirà ascoltata, considerata. Solo così avrà la certezza di essere protetta, capita, pronta per un nuovo inizio. Solo così contrasteremo seriamente e concretamente la violenza, anche in termini di cambio culturale. Dobbiamo passare dalle azioni formali a quelle sostanziali e materiali.
Altrimenti, come dimostrano i fatti ,fatti da numeri, tante altre Sonie seguiranno a Sonia, così come molte altre l’hanno preceduta, nonostante le psicologhe, le denunce, i centri antiviolenza, i tavoli, i finanziamenti, le leggi ,i percorsi, la formazione, le campagne informative.
Contro la violenza si deve agire, non pensare!
mercoledì 8 ottobre 2014
LETTERA APERTA ALL'ON. MARIA STELLA GELMINI COORDINATORA FI REGIONE LOMBARDIA
Egregia Onorevole,
Ci vediamo costrette ,ancora una volta, ad intervenire riguardo al possibile, paventato, continuamente preteso rimpasto della Giunta di Regione Lombardia.
Come be Lei sa, l'assetto e la Composizione di detta Giunta, non solo è frutto del riconoscimento del Valore D ,voluto dal Governatore Maroni, ma anche e soprattutto, da una lunga e costosa battaglia legale delle donne di Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria, unitamente a moltissime altre associazioni femminili, che ha tracciato una linea di non ritorno con la epocale sentenza del 21 Giugno 2012 in Consiglio di Stato che ha sentenziato le Giunte debbano essere OBBLIGATORIAMENTE PARITARIE O, QUALORA IL NUMERO DEGLI ASSESSORATI FOSSE DISPARI, AL NUMERO PIU' VICINO ALLA META' NUMERICA.
Questo ha, di fatto azzerato la prima Giunta Formigoni, a seguito di questa sentenza anche la seconda Giunta, nata per arginare l'eventuale azzeramento, è stata, già al Tar dichiarata illegittima per la stessa ragione di non equilibrio di genere, sentenza del 21 Novembre 2012.
I continui rumors giornalistici , le richieste degli ormai noti consiglieri regionali Gallera ed Altitonante, di valorizzare SOLO CHI HA I VOTI oltre a mettere in evidenza che per avere voti bisogna dar modo di crearli i voti e in nessun partito vengono valorizzate le candidature al femminile , oltretutto si osteggia la doppia preferenza di genere, sono chiaramente tesi a voler sostituire le donne presenti in Giunta.
Lei ,spero con Lei il Presidente Berlusconi, sia ben consapevole che questo sarebbe solo un suicidio politico in una delle due Regioni a guida centrodestra, per di più un un panorama dove, dopo il DDL Del Rio, ciò che era e sarebbe rimasto col voto popolare di centrodestra è diventato di centrosinistra, perché procederemmo immediatamente alla impugnazione al Tar della eventuale Giunta non paritaria.
Unendo alle precedenti sentenze ,quella del Tar Lazio dello scorso 8 Settembre 2013, che ha, praticamente, sentenziato l'obbligo anche per il Governo ad una compagine paritaria, nel dichiarare illegittima per mancanza di parità di genere, la Giunta del Comune di Civitavecchia , Lei, che è un Avvocata, sa quanto facile sarebbe vincere questo eventuale ricorso, dando modo alle opposizioni, che mal hanno digerito la vittoria della Lega, di avere motivi di chiederne le dimissioni e prendere anche l'importantissima Regione Lombardia.
A questo va aggiunto che, pur sapendo quale suicido stanno chiedendo al Governatore Maroni, detti consiglieri dimostrano non l'attaccamento al Partito ed al rispetto per gli elettori, le elettrici lombarde che hanno chiaramente espresso la loro volontà ormai ventennale di non essere amministrati da una compagine di sinistra, ma solo i loro personalismi e le loro ambizioni di "arrivare" ad una po,poltrona indipendentemente da ciò che questo potrebbe ,poi, causare.
Credo che vada anche sottolineato il fatto che la disaffezione dell'elettorato di centrodestra, che noi tocchiamo con mano perché raccogliamo le lamentele, le critiche, delle persone comuni , quelle che ci chiedono aiuto per il degrado di Milano ,non trovando riscontro proprio in quei consiglieri troppo occupati ad occuparsi di MM4. EXPO, bilanci o arrampicata alle poltrone, dipende anche dall'eccessivo accumulo di cariche che questi consiglieri hanno, cariche che ,però, non utilizzano per il bene comune.
Lo sventolio delle bandiere, gli osanna tra i soliti soliti e fedeli sostenitori, non serviranno a riportare il popolo di centrodestra al voto, non per FI....mi spiace Coordinatora ,ma questa è le realtà, possa o meno piacere, per cui sottoporre la Giunta ad un ricorso , per sostenere le ambizioni di consiglieri già con pluri incarichi, non sarebbe certo mossa logica ed intelligente.
Noi questo dovevamo, per la fatica e la lotta che ci è costato quel ricorso, anche dovendo lottare contro l'immagine di galline o bambole da pettinare, che noi donne di centrodestra abbiamo avuto, abbiamo ed avremo , se non troviamo il coraggio anche all'interno di FI di imporre uno Statuto che obblighi alla parità di genere ed a favorire nelle liste candidature e ruoli preminenti di donne.
Certo essere Panda in via di estinzione, protette, non ci piace, ma non possiamo fare altro ,se non chiedere misure cogenti e transitorie fino ad una democrazia paritaria compiuta e definita, che deve necessariamente passare dall'acquisizione del ruolo della donna in politica, anche imponendo con tutti i mezzi possibili, a consiglieri recalcitranti, la necessità della Giunta Paritaria.
Questo le dovevamo per la stima e il rispetto di quanto da Lei fatto fino ad ora.
Cordialmente
Dott.ssa Angela Ronchini
Presidente Ass. Articolo 51 Laboratorio di Democrazia Paritaria
lunedì 6 ottobre 2014
IL FEMMINISMO NON RADICAL-CHIC
Femministe non radical chic contro l’inciucio alla milanese
Forza Italia fa l’inciucio alla milanese. E il mondo di centrodestra gli si fionda contro a ribadire che, specie con Pisapia, nessun accordo è
possibile.

A entrare in polemica col centrodestra è, nello specifico, Articolo 51, associazione di area a tutela della donna (l’articolo 51 della Costituzione è quello che tutela la parità dei sessi): «A fronte diproblemi concreti – scrivono dall’associazione – di igiene, cura degli spazi pubblici, sicurezza, servizi da terzo mondo, ormai offerti da Amsa e Atm, e più in generale la gestione del Comune di Milano i nostri consiglieri, capogruppo in testa, preferiscono occuparsi di non far perdere l’appalto per MM4 e i conseguenti finanziamenti, a chi ha vinto l’appalto».
Una situazione intollerabile visto che «ai cittadini e alle cittadine poco importa dei massimi sistemi, della MM4, di Expo. Noi vogliamo la città pulita, i marciapiedi lavati, gli incroci sgomberati da discutibili giocolieri e lavavetri, vogliamo che la spazzatura sia ritirata entro le sei del mattino, come sempre accaduto, non alle 5 del pomeriggio, che i mezzi Atm siano puliti, puntuali, funzionanti, che le aree cani non vengano usate come latrine e lavatoi da rom ed immigrati, mettendo a rischio la salute nostra e dei nostri pelosi, che si possa fare un biglietto senza essere circondati, che si possa prendere un treno senza problemi, che non si vedano mendicanti ovunque, buche e manti stradali riparati».
Difficile dar loro torto se consideriamo che le situazioni descritte stanno proliferando proprio sotto Pisapia. E che, da qualche tempo, con una strana coincidenza su quello che avviene sul piano nazionale (leggi Renzusconi) il centrodestra meneghino, da sempre molto combattivo, sembra aver tirato fuori il Calumet della pace. Guarda caso da quando, poche settimane fa, il combattivo Fabrizio De Pasquale è stato sostituito dal ben più giovane (e mite) Pietro Tatarella nel ruolo di capogruppo.
Da Articolo 51, però – ci tengono a far sapere – di non occuparsicerto solo di politica. Anzi: in questi mesi stanno portando avanti una seria campagna per aiutare le donne che hanno subitoviolenza. Una vera e propria «task force preparata, in grado di intervenire nel momento in cui una donna trova il coraggio di chiedere aiuto»», come l’ha definita Angela Ronchini, presidentessa dell’associazione, da anni attiva in tema di diritti delle donne. Un modo per evitare che una donna abusata debba, una volta fatta la denuncia, ritornare fra le mura domestiche condivise con un uomo violento.
Già perché, a differenza di molte altre associazioni del settore, Articolo 51 punta più all’azione che alla vuota retorica: la difesa concreta delle donne e la richiesta di «pene più severe» per chi fa loro del male.
http://www.lintraprendente.it/2014/10/femministe-non-radical-chic-contro-linciucio-alla-milanese/
OPPOSIZIONE SOTTO ANESTESIA O SOLO VANITOSA?
UNA OPPOSIZIONE ANESTETIZZATA OPPURE TROPPO VANITOSA ?
Dal 2011, anno della presa di Palazzo Marino da parte degli arancioni di Pisapia, la Città di Milano ha iniziato una lunga e dolorosa decadenza. Il vento è sì cambiato, ma dire in peggio è usare un eufemismo.
Degrado, illegalità, mancanza di sicurezza, immigrazione selvaggia, squallidi mercatini abusivi nelle vie del lusso e di fronte alla Stazione Centrale, sporcizia, incuria dei Cimiteri, inefficienza dei mezzi di trasporto pubblico…..e molto altro ancora, sono sotto gli occhi di tutti i cittadini e le cittadine milanesi.
La responsabilità di questa incredibile decadenza , certamente, non è soltanto degli arancioni pisapiani, ma anche di chi, pensando di protestare, illuso dalle sirene del non voto accese proprio da quella sinistra , cui ha giovato il non voto, è anche di una opposizione nulla,inesistente, attenta solo ad esigenze personali e personalismi da scalata.
Leggiamo e ascoltiamo quasi quotidianamente solo di quanto accade al Quartiere Adriano residenza di una consigliera di zona, che non perde occasione per intervenire, citare gli incarichi, ma poco o nulla concretizzare e per il Quartiere Adriano e per il resto della vastissima zona 2.
Stesso dicasi per le altre nove zone, dal centro alla periferia estrema, dove si parla sempre di poche aree ,sempre le stesse, sempre per bocca degli stessi/e consiglieri/e.
Viene dunque da chiedersi: chi continua ad essere presente ovunque per parlare, solo parlare e farsi citare, di una sola parte di zona di competenza, lo fa perché è una parte davvero degradata oppure per immagine personale, per ambizione, per ottenere potenziali voti, senza un vero interesse nel bene pubblico cui è stato chiamato a difendere? Può, chi fa politica, pensare sempre e solo ai propri personalismi ? Eppure, chiosa la Dr.ssa Angela Ronchini Presidente dell’Associazione Articolo 51, il degrado, la mancanza di sicurezza e l’illegalità oramai ha raggiunto in modo capillare tutto il territorio milanese, mentre chi è stato preposto a difenderci o è troppo impegnato nei salotti tv o ad occuparsi dei “massimi sistemi”,MM4, Expo’ per trovare il tempo di risolvere i banali e volgari problemi di Milano, difendendo i suoi abitanti….che voteranno.
Ricordiamo agli, alle elette tutti/e che noi poveri comuni mortali, abbiamo un’arma potentissima : la matita nel chiuso di una cabina elettorale.
Il vento cambiato docet: la matita ha colpito. Mediti l’opposizione.
Dal 2011, anno della presa di Palazzo Marino da parte degli arancioni di Pisapia, la Città di Milano ha iniziato una lunga e dolorosa decadenza. Il vento è sì cambiato, ma dire in peggio è usare un eufemismo.
Degrado, illegalità, mancanza di sicurezza, immigrazione selvaggia, squallidi mercatini abusivi nelle vie del lusso e di fronte alla Stazione Centrale, sporcizia, incuria dei Cimiteri, inefficienza dei mezzi di trasporto pubblico…..e molto altro ancora, sono sotto gli occhi di tutti i cittadini e le cittadine milanesi.
La responsabilità di questa incredibile decadenza , certamente, non è soltanto degli arancioni pisapiani, ma anche di chi, pensando di protestare, illuso dalle sirene del non voto accese proprio da quella sinistra , cui ha giovato il non voto, è anche di una opposizione nulla,inesistente, attenta solo ad esigenze personali e personalismi da scalata.
Leggiamo e ascoltiamo quasi quotidianamente solo di quanto accade al Quartiere Adriano residenza di una consigliera di zona, che non perde occasione per intervenire, citare gli incarichi, ma poco o nulla concretizzare e per il Quartiere Adriano e per il resto della vastissima zona 2.
Stesso dicasi per le altre nove zone, dal centro alla periferia estrema, dove si parla sempre di poche aree ,sempre le stesse, sempre per bocca degli stessi/e consiglieri/e.
Viene dunque da chiedersi: chi continua ad essere presente ovunque per parlare, solo parlare e farsi citare, di una sola parte di zona di competenza, lo fa perché è una parte davvero degradata oppure per immagine personale, per ambizione, per ottenere potenziali voti, senza un vero interesse nel bene pubblico cui è stato chiamato a difendere? Può, chi fa politica, pensare sempre e solo ai propri personalismi ? Eppure, chiosa la Dr.ssa Angela Ronchini Presidente dell’Associazione Articolo 51, il degrado, la mancanza di sicurezza e l’illegalità oramai ha raggiunto in modo capillare tutto il territorio milanese, mentre chi è stato preposto a difenderci o è troppo impegnato nei salotti tv o ad occuparsi dei “massimi sistemi”,MM4, Expo’ per trovare il tempo di risolvere i banali e volgari problemi di Milano, difendendo i suoi abitanti….che voteranno.
Ricordiamo agli, alle elette tutti/e che noi poveri comuni mortali, abbiamo un’arma potentissima : la matita nel chiuso di una cabina elettorale.
Il vento cambiato docet: la matita ha colpito. Mediti l’opposizione.
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